Infermiere si suicida nei bagni di un ospedale in Lombardia

La notizia è di qualche settimana fa ma solo ora comincia a circolare: un infermiere di 37 anni che lavorava in una nota azienda sanitaria pubblica lombarda, in un’Unità intensiva coronarica trasformata con l’avvento della pandemia in area Covid, si è tolto la vita nei bagni del reparto.

Era stato ritrovato da una collega, insospettita dalla sua lunga assenza, con un sacchetto, con un accesso venoso al braccio e un flacone di soluzione fisiologica vuoto. Solo da pochi giorni la magistratura, archiviando il caso, ha stabilito che l’uomo si è tolto volontariamente la vita: lascia una moglie e un figlio di 3 anni.

L’infermiere si era rivolto più volte al servizio psichiatrico territoriale per chiedere aiuto, per lo stress accumulato da tempo. Soffriva di depressione. I suoi colleghi raccontano di un evidente peggioramento con il ritorno di massa di casi di Covid-19.

Medici, infermieri e personale sanitario non sono esposti solo al Covid: depressione, ansia, insonnia sono solo alcune delle patologie psicologiche e psichiche che insorgono mentre fanno fronte alla pandemia.

Secondo un’indagine condotta dall’Università Statale di Milano su 650 sanitari ed effettuata durante l’emergenza Covid, 4 su 10 hanno manifestato disagi psichici: tra le cause viene segnalato lo stress, l’alto carico emotivo, i lunghi orari, le preoccupazioni di contrarre l’intenzione o di trasmetterla ai propri famigliari, la mancanza di un supporto adeguato nell’ambiente di lavoro e lo stigma sociale dovuto alla maggiore esposizione alla malattia.

 

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