IL VERO VINCITORE DELLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA A POZZALLO E’ LUIGI AMMATUNA

Le vere elezioni primarie del centrosinistra a Pozzallo si sono svolte a ottobre del 2011. E le ha vinte Luigi Ammatuna. Che è candidato sindaco per una coalizione composta da Socialisti, Pozzallo Giovane, Verdi, Sinistra-Ecologia-Libertà e da liste civiche di riferimento.

Quando il buon Luigi ha capito che Roberto Ammatuna, dopo averlo illuso e portato a spasso per oltre tre anni, stava adottando la tattica  del fuori gioco, lo ha anticipato di brutto. Raggiungendo un accordo significativo con le formazioni della sinistra pozzallese. Un patto politicamente eloquente. Perché sta a significare che i pesciolini rossi della città della Torre non erano e non sono più disposti ad abboccare all’amo del furbo Roberto.

Non a caso il  PD, che in Consiglio comunale non ha un solo consigliere, ha praticamente perso i tutti i suoi alleati. Di ieri e di oggi. Tutti. Compresi un paio di esponenti importanti, giovani professionisti, che hanno preso le distanze da una gestione personale del partito e da giochi di prestigio che non incantano più nessuno.

Le primarie di domenica 12 febbraio? Una trovata pubblicitaria. Dopo aver soggiogato e accantonato Marcello Vindigni, che, quanto meno è uomo di partito, l’on. Ammatuna, che tra militanza nel PCI, nel PSI, nella Margherita e nel PD vanta un quarantennale percorso politico, ha tirato fuori dal cilindro magico  le primarie di “coalizione”.

Coalizione con chi? Pino Asta è stato per dieci anni suo prediletto compagno di viaggio nella gestione del Comune. Ove, nella squadra assessoriale, è riuscito a piazzare suo cognato. Ed è stato anche il più spregiudicato sostenitore-galoppino per le elezioni Regionali dell’ex sindaco, che ora, dopo aver fatto il deputato, in ossequio al principio del “ricambio democratico”, vorrebbe di nuovo tornare alla guida di Palazzo “La Pira”.

Uccio Agosta, l’altro concorrente, non fa testo. Non poteva farne. I risultati delle primarie hanno impietosamente confermato che la sua era solo una candidatura autoreferenziale. Sollecitata dalle solite promesse elettorali.

I numeri? Apparentemente importanti. Racimolare quasi 2800 votanti significa concretizzare pur sempre un risultato positivo. Almeno per quanto riguarda l’operazione di facciata. Ma, dal punto di vista politico, s’è trattato di pura propaganda. Di una inutile manovra diversiva. Nella speranza di trovare un qualche rimedio ad una situazione sostanzialmente compromessa. Con quei voti, netti di zavorra, tutt’al più si arriva al ballottaggio. Cioè al nulla. Perché, in questo caso, le sirene del PD non incanteranno più nessuno.   

Per quanto riguarda le primarie va precisato, ad onor del vero, che a votare, oltre a decine di ragazzi e a qualche centinaio di buontemponi, si sono presentati anche un centinaio di “inquieti” pidiellini.

D’obbligo, a questo punto, giocare a carte scoperte. L’appello “alla società civile” lanciato da Roberto Ammatuna subito dopo il risultato elettorale, rappresenta l’atto conclusivo di una commedia già vista, con protagonisti alcuni ben noti “transfughi” del PDL. I quali, ufficialmente investiti dal dominus politico provinciale, si accingerebbero a confezionare un riprovevole inciucio.

Sarebbe interessante sapere, a questo punto, cosa ne pensano Berlusconi, Alfano, Gasparri, Schifani, Castiglione, La Loggia, Nania ed il capogruppo all’Ars, l’ispicese Leontini.

La chiamino pure come vogliono la lista di questa loro “pazza idea” carbonara. Ma la smettano di fare i commedianti. Immaginando di poter raggiungere chissà quali risultati, fidando magari nell’effetto sorpresa. Perché partiti, coalizioni e cittadini, di qualsiasi orientamento politico, questa volta sono disposti a tutto pur di imporre l’alt ad un progetto di potere costruito con l’arroganza tipica del potente di turno e con lo sciagurato avallo di insospettabili personaggi politici. Non a caso si parla con sempre maggiore insistenza di una clamorosa novità nel panorama politico locale. Alla luce di quanto sta succedendo, Luigi Ammatuna, Emanuele Pediliggieri e Raffaele Monte, sarebbero pronti a sottoscrivere un patto per la città, sfidandosi democraticamente al primo turno in elezioni primarie di coalizione. Un accordo “tecnico-democratico-popolare”, dicono i bene informati, per contrastare l’inciucio politico affaristico PD-PDL. Staremo a vedere.

 

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