È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL ROMANTICISMO E L’ANIMA DEL XIX SECOLO
26 Lug 2013 18:29
Il dolore, sublimato nel canto poetico o – ancora di più – nell’intensità di una sinfonia: questo è ciò che caratterizza al massimo grado la cultura dell’amore e della sofferenza per esso che ha attraversato una gran parte del 1800 e che trova la sua razionalizzazione nel concetto di romanticismo.
C’è una corrente di pensiero per la quale il romanticismo è un elemento costitutivo – e dunque a-storico – dell’animo umano: l’elemento della purezza e della bellezza dei sentimenti, specie quelli coinvolti nel rapporto erotico, di cui si sublima l’energia pulsionale nella forma della creazione estetica.
Pëtr Il’ič Čaikovskij, genio della musica russa di fine ottocento, incarna forse al massimo grado quel concetto ottocentesco di mistura torbida ma esaltante di amore e dolore. Specie se – come fu il suo caso – si trattava di un amore negato, costretto ai margini della coscienza e della decenza: l’amore omosessuale.
Vale a dire L’altra faccia dell’amore, dal titolo del bellissimo film di Ken Russell (quello dei Diavoli), che in un’intervista precisò come appunto considerasse il grande musicista l’esempio più fulgido dell’anima romantica di quel secolo.
Il film è straordinario: per cura nella ricostruzione scenografica, per arditezza linguistica (i movimenti di macchina durante le esecuzioni musicali sono inebrianti), per l’impietosa critica sottesa ai valori borghesi, per il cast stratosferico, dove primeggiano Richard Chamberlain nel ruolo del maestro e la deliziosa Glenda Jackson in quello della moglie.
La musica del grande russo, travolgente e insieme tragica, squarciata da lampi di luce e di colore attraverso i quali penetrava quel poco di felicità che si rendeva disponibile, prese soprattutto la forma della sinfonia.
La Sinfonia n.6 in si minore, op. 74, Pathétique, rende alla perfezione quel mondo a tratti cupo e a tratti luminoso che prende forme così moderne, molto in anticipo sui tempi, quasi una preconizzazione delle avanguardie continentali degli anni 20 e 30 del novecento.
Un illuminante saggio sul romanticismo e i suoi temi è quello di Jeffrey Robinson, Passione e bellezza, che esplora la sua fenomenologia complessa attraverso la letteratura e la poesia, intorno ai nodi sensibili dell’eros e dei suoi turbamenti, dell’amore e del sentimento rivoluzionario.
A un passo, decisivo, dal mondo contemporaneo.
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