IL PRESIDENTE DIGIACOMO ECCO I NOSTRI CONSIGLI

Lo schema di regolamento per la collocazione sul territorio comunale di chioschi, regolamento che dovrebbe approdare in Consiglio lunedì 7 febbraio, suscita le perplessità della sezione Ascom di Comiso. Ad affermarlo il presidente Salvatore Digiacomo. “Ne facciamo in primo luogo – sostiene Digiacomo – una questione di metodo perché avremmo gradito, prima della redazione definitiva del regolamento, un coinvolgimento delle organizzazioni sindacali datoriali maggiormente rappresentative. E Confcommercio è sicuramente tra queste. Dopo aver manifestato il nostro malumore in proposito, abbiamo ricevuto l’invito da parte dell’assessore alle Attività produttive, Michele Assenza, di cui apprezziamo comunque la disponibilità tardiva, a presentare una relazione per apportare alcune modifiche di cui speriamo che il civico consesso, in fase di adozione dello strumento, possa tenere conto”.

Quali queste modifiche? “Non si rileva – sottolinea ancora Digiacomo facendo riferimento al testo provvisorio del regolamento – la specifica dei settori merceologici. Inoltre, trattandosi di strutture che saranno installate su aree pubbliche, è evidente che la loro finalità dovrà essere solo commerciale e non anche artigianale. Inoltre, nell’individuazione dei siti chiediamo di eliminare quelli relativi alle aree contigue e quelli destinati a mercati, esclusivamente per l’attività di somministrazione, e destinarli, invece, agli autobar. In questo modo i luoghi saranno sempre liberi prima e dopo lo svolgimento dei mercati. Chiediamo, dunque, che queste istanze vengano accolte. Per normalizzare un regolamento che, altrimenti, penalizzerebbe la categoria”. Tra i punti contestati, anche quello che contempla incentivi per i commercianti che, avendo locali in affitto, li dismettono, ottenendo un punteggio aggiuntivo per la predisposizione della relativa graduatoria finalizzata ad ottenere l’assegnazione dei chioschi. “Non siamo d’accordo neppure in questo caso – continua Digiacomo – perché si privilegia chi chiude un’attività, magari proprio in centro storico, piuttosto che incentivare chi decide di aprirla”.  

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