IL PD DICE NO AL PIANO-CASA ALLARGATO

Percorso tutt’altro che lineare per il Piano-casa, già ostacolato da circa 400 emendamenti (su 600 iniziali) giudicati ammissibili dagli uffici di presidenza e che la commissione Territorio e Ambiente avrà il compito di analizzare La sensazione è quella però che al centro della querelle ci sia il gioco politico, intento a minare la già precaria maggioranza del governo Lombardo, piuttosto che problematiche di competenza specifica. L’accordo inizialmente raggiunto fra Mpa, Pdl Sicilia e Pd è saltato a causa della volontà di allargare il provvedimento agli edifici industriali, produttivi e agricoli, snaturando il disegno di legge originale che si proponeva di rivitalizzare il comparto edile e contemporaneamente affrontare il degrado dei centri urbani siciliani promuovendo una campagna di ristrutturazione eco-compatibile dei fabbricati ad uso abitativo.Il maxiemendamento predisposto dal governo, che aveva fatto riavvicinare le posizioni del presidente della Regione Raffaele Lombardo e degli uomini all’Ars di Gianfranco Miccichè, non solo non ha convinto il Partito democratico, ma è riuscito a spaccare proprio il Pdl Sicilia.“L’accordo nella maggioranza in Sicilia, che prevede sul nuovo piano casa da sottoporre all’aula dell’Ars fra l’altro l’estensione dei benefici alle imprese, non ci convince né nel contenuto né nel metodo”, afferma l’On. Fabio Granata, interprete del pensiero dei parlamentari del Pdl Sicilia che provengono da AN. “È necessario aprire immediatamente un nuovo tavolo di confronto politico – prosegue Granata – per rendere omogeneo il testo alla netta risposta politica che ci attendiamo in Sicilia all’indomani dell’ennesima emergenza legata alla mancata tutela del territorio ed all’incombere dell’ennesimo dissesto idrogeologico. Alla richiesta di sicurezza dei cittadini và data una risposta coerente che impedisca nuovi scempi edilizi e sia coerente con gli interventi straordinari sollecitati già ieri al governo nazionale. Per tale ragione, a nome dei deputati e della delegazione di governo che fa capo all’area degli ex AN, chiedo ufficialmente a Lombardo di riavviare immediatamente il confronto politico, lavorando ad un testo condiviso e coerente”. Non si è fatta attendere la risposta dei parlamentari regionali del Pdl Sicilia Alessandro Aricò, Carmelo Incardona, Carmelo Currenti, Livio Marrocco e Toni Scilla: “Le proposte migliorative del gruppo Pdl-Sicilia al ddl sul ‘Piano Casa’ sono chiare: in difesa del territorio e delle attività produttive, contro ogni scempio edilizio e ipotesi di sanatoria. Non comprendiamo francamente i reali motivi che inducono alcuni parlamentari ad arroccarsi su posizioni pretestuose e preconcette”“Invitiamo – sottolineano i parlamentari regionali – tutti coloro che continuano a mostrare imbarazzo o fastidio nell’accettare il principio del recupero delle strutture industriali che si trovano all’interno di aree urbane, a spiegare compiutamente perché nella nostra terra, a differenza di come avviene in altre regioni d’Italia, chi produce ricchezza e sviluppo – concludono – deve essere penalizzato e non incentivato a fare di più e meglio, nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti”. Il maxiemendamento, che estenderebbe quindi la possibilità di aumentare la cubatura agli edifici con destinazione commerciale artigiana e perfino industriale non piace nemmeno al Pd, che ha promesso di non votare il disegno di legge se il governo non tornerà sui suoi passi. Anche per i democratici infatti il Piano-casa non può riguardare modifiche normative di natura urbanistica né tantomeno interventi su edifici adibiti ad uso non abitativo. Le dichiarazioni del segretario regionale Giuseppe Lupo e del presidente del gruppo PD all’Ars Antonello Cracolici sono chiare: “Sì al piano abitazioni. No alle estensioni ed agli ampliamenti generalizzati proposti da chi ha il solo scopo di affossare la legge. Siamo pronti a discutere in aula la legge sul piano casa che deve riguardare esclusivamente il miglioramento della qualità e della sicurezza abitativa come previsto dall’intesa sottoscritta con lo Stato dalla conferenza delle regioni”.

Laura Curella

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