IL MIO ARRESTO

Mi arrestarono in estate. La sera prima ero con i miei amici, a trascorrere la serata a divertirci. Ma dentro di me, non ero tranquillo perché sospettavo potesse accadere qualcosa di brutto. D’altronde, ero consapevole di avere sbagliato… Erano già le due di notte e dovevo tornare a casa perché la mattina successiva avrei dovuto svegliarmi presto. Prendo la macchina, lascio i miei amici e prima di rientrare, ricordo che feci un giro nel quartiere dove abito per vedere se era tutto tranquillo. Mi domandavo spesso se ce l’avrei fatta a trascorrere tutta l’estate continuando ad essere libero. Ero sicuro che prima o poi mi avrebbero preso. Entrai in casa dove in quel periodo i miei non c’erano e andai a dormire con un brutto presentimento. Ma non vidi lo spuntare del giorno, così come avevo pensato. Alle 5.30 del mattino, infatti, sentii il campanello suonare… in quell’istante, pensai al titolare dell’inquilino del piano di sotto che ogni giorno, lo passava a prendere per andare a lavorare. Il campanello suonò ripetutamente in entrambi gli appartamenti. Mi alzai di scatto per vedere chi fosse e pian piano dal balcone, vidi due signori con i capelli bianchi. Intuisco, subito, che erano venuti per me, era la polizia.

L’unica cosa che pensai fu di fuggire dal terrazzo ma poi mi resi conto che comunque sarebbe stato impossibile. Aprii la porta di casa e vidi otto persone che mi chiedono di entrare a casa. Fu un momento di grande confusione e io ero più stordito che mai. E’ stato, anche se aspettato, uno dei momenti più drammatici della mia vita, in cui questa ti passa davanti come un film e già sai che da quel giorno in poi, niente sarà più uguale a prima. Mi dicono di vestirmi e di andare con loro. L’unico documento di riconoscimento che riuscii a trovare fu la patente, all’interno della mia auto, parcheggiata davanti casa mia.

Mi fecero salire in macchina e da lì facemmo strada verso il carcere. Guardando fuori dai finestrini, pensavo alla mia famiglia che non sapeva ancora nulla e alla mia libertà persa, a causa di errori di cui oggi mi pento. Ancora oggi sto scontando la mia pena e so solo che mi sento una persona diversa.

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