È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL MERCATO: COME LO RACCONTA GIOVANNI VERGA
15 Mag 2017 14:06
In pieno positivismo, al centro della Belle époque, al colmo del trionfo degli ideali borghesi dell’ottimismo nella moderna società industriale e del riformismo politico e quando la fede nelle magnifiche sorti e progressive era somma, Giovanni Verga scrive la novella, Storia dell’asino di San Giuseppe, che, nella prima parte, rappresenta un’azzeccata metafora del mercato come teatro in cui si srotola la rappresentazione della battaglia continua che è la vita. La novella prosegue poi con la storia del povero asino che passa da un padrone all’altro, da un lavoro all’altro sempre costretto a faticare fino alla morte senza mai poter dire la sua, senza mai pace, neanche dopo la morte ché la sua pelle è venduta per farne tamburo. Metafora del popolo che – se e fino a quando nel mercato è oggetto e non soggetto – passa da un padrone all’altro, da un governo all’altro senza mai contare veramente nulla. Anche negli Stati democratici!
La storia è d’altri tempi, il linguaggio necessariamente quello dei protagonisti ma la lettura che il Verga ci dà del mercato e della democrazia è quanto mai azzeccata e profetica.
Oltre a ritrovare una situazione a cui tante volte ho assistito accompagnando mio padre alle fiere, quello che mi piace in questa novella è che il Verga ha costruito due personaggi che giocano la partita – e non è partita da poco, sono in ballo pezzi di esistenza – fino in fondo (l’accordo arriva a sera), con forza pari e senza risparmio di energia o calo di tensione o momento di distrazione tant’è che, alla fine, sono entrambi soddisfatti al punto da ritenere, ciascuno, d’aver gabbato l’altro. Il padrone dell’asino ha coscienza piena delle proprie debolezze – la mancanza di soldi per la spesa e per le medicine del figlio, il pelame dell’asino – ma sa di doverle tenere a bada e lo fa con metodo, fino alla fine. Non piagnucola, non se la prende col destino e col governo. Compare Neli ha coscienza dei suoi punti di forza e li gioca, fino alla fine. Bastava un altro pretendente e la partita sarebbe stata diversa.
Le azioni inscenate dai due protagonisti quali scappare per il piano, farsi tirare per il giubbone, non sono teatrino, sono teatro vero, teatro sociale, giocato anch’esso fino in fondo, fino a precludersi la possibilità del ritorno indietro. Ed ecco che c’è bisogno del mediatore e il suo ruolo non è di contorno ma fondamentale. Mi viene in mente la partita, era il 1962, tra le due superpotenze USA e URSS, tra Kennedy e Krusciof, per lo smantellamento dei missili sovietici installati a Cuba e puntati contro gli USA. Entrambi facevano sul serio con le corazzate schierate e pronte ad aprire il fuoco. Non potevano più tornare indietro neanche a rischio della terza guerra mondiale che nessuno dei due voleva. Ed ecco che ci fu bisogno del mediatore, il papa, Giovanni XXIII, che, opportunamente contattato, pronunciò un discorso radiofonico che consentì ai due di ritirare le corazzate senza perdere la faccia dinnanzi al mondo intero.
Giovanni Verga è un poeta, non legge nei manuali o nei diagrammi delle aziende ma nel grande libro della vita, e la lezione che impara e ci trasmette è che per i polli in mezzo ai lupi il problema non è né il mercato né la debolezza ma il sapersi consapevolmente e coraggiosamente rapportare con la propria debolezza. Dopo le due guerre mondiali, le bombe atoniche, gli stermini del XX secolo e dopo lo svanire dell’utopia socialista, questa lezione può risultare utile ai polli e, forse anche, ai lupi.
Un impiegato, figlio d’impiegato, diplomato magari laureato, a stipendio fisso stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro che fa i suoi acquisti al supermercato a prezzi fissi incorporati nel codice a barre, mi domando e domando: ha più o meno consistenza politica dei due personaggi della novella?
Ragusa 2 aprile 2009
Ciccio Schembari
Pubblicato sul numero 45/2009 “Mercato globale” della rivista on line www.operaincerta.it
© Riproduzione riservata