IL MEDIOEVO COMISANO

Rassegnazione, rabbia, sconforto…questo provarono le popolazioni dell’impero romano all’avanzare selvaggio e distruttivo dei barbari che spazzava via le proprie città e, pezzo dopo pezzo, smantellava quel mondo antico e civile e progredito nel quale fin lì avevano vissuto. Ma, si sa, la caduta dell’impero non è stata causata esclusivamente dalle invasioni barbariche, che, nel corso dei secoli ci sono sempre state, ma sono state prontamente ed energicamente respinte. Il crollo, invece, è soprattutto frutto di una profonda stanchezza dell’elefantiaco, vecchio, debole sistema imperiale. Per capirci, consideriamo l’impero romano come un corpo umano che, finché giovane e forte e sano, riesce a debellare il ripetuto attacco dei batteri. Poi però, con l’età e la conseguente, fisiologica diminuzione delle difese immunitarie, questi prendono il sopravvento sfinendo il corpo. Talvolta fino alla morte.

E’ l’inizio del Medioevo o, come lo descrivono gli stessi scrittori dell’epoca, dei Secoli bui. Bui come i tempi in cui Comiso, una delle città più vive e vivaci della provincia e della Sicilia, vive oggi. Ci voleva, infatti, lo stesso piglio distruttivo e tracotante dei barbari per ridurre la nostra città nello stato di abbandono in cui versa. Ci voleva lo stesso piglio dei barbari per abbandonare e quindi lasciare al deperimento ciò che era stato faticosamente e amorevolmente costruito: Cava Porcaro, Belvedere Monserrato, Cave Grazie, il Palaroma, le aree attrezzate, i campetti di calcetto. Ci voleva lo stesso piglio dei barbari per distruggere quel sistema sociale, equo e solidale, faticosamente costruito, gettando intere famiglie sul lastrico e nella disperazione.

Ci voleva lo stesso piglio dei barbari per distruggere quella politica agricola che, in un momento (che dura da diversi anni) di grave crisi, sosteneva le imprese agricole dando loro ben più che una speranza di rinascita. Ci voleva lo stesso piglio dei barbari per distruggere il settore del commercio, atavicamente florido a Comiso, e oggi, invece, per mancanza di concertazione e iniziative comunali, con un meno 30% di fatturato rispetto agli anni precedenti. Lo stesso dicasi per il settore artigianale: meno 65% rispetto agli anni passati. Per non parlare, infine, del blocco totale dell’edilizia a Comiso: PRG fermo per conflitti d’interesse del sindaco, nessun appalto nel 2010 per lavori pubblici, imprese che chiudono e altre che emigrano. Stavolta non come nel Medioevo, ma come nel Secondo dopoguerra.

L’aeroporto che non spicca il volo, per evidentissima indolenza del sindaco che a questa struttura non ha mai creduto (e forse ancora non crede), avendo votato sempre e tutto contro all’epoca in cui era all’opposizione. Al Medioevo, seguì il Rinascimento, periodo intriso di speranze, di trasformazioni, di progresso, di crescita economica, culturale e scientifica. Comiso vuole fortissimamente il suo Rinascimento. Ma questa classe dirigente e il sindaco fin qui non sono stati in grado di proporlo e sostenerlo, impiegando le loro energie, il loro tempo, la loro azione politica, le (esigue) risorse comunali in modo molto discutibile e del tutto improduttivo. Comiso avrà il suo Rinascimento. Ne siamo certi. Ma, data la lunga e inconcludente premessa amministrativa, ci sembra davvero difficile che questo sindaco se ne possa fare interprete.

 

 

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