IL DIBATTITO ELETTORALE A RAGUSA PASSA PER IL TEATRO DELLA CONCORDIA

Piace veramente la scelta di Sergio Guastella, candidato sindaco sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra, di tenere conferenze stampa itineranti, presso i punti nevralgici della città. Quella di stamane, tenuta in via Ecce Homo davanti il Teatro della Concordia, ha voluto porre l’attenzione sul problema delle opere incompiute a Ragusa e sul ruolo della cultura nelle scelte di una amministrazione comunale.

«Alla politica degli slogan e dei proclami – afferma Guastella – noi preferiamo quella dei fatti. Il teatro della Concordia ancora chiuso è un fatto increscioso che penalizza la vita culturale e sociale dell’intera cittadinanza, costretta ancora ad utilizzare un capannone come teatro. Ed è sintomatico di quanto l’amministrazione Dipasquale si sia spesa per la cultura ragusana, ormai intesa non come un bisogno ma come un vezzo. Io credo invece che la cultura sia un ottimo strumento di sviluppo, anche economico. L’apertura di questo teatro veicolerebbe certamente la rivitalizzazione del nostro centro storico, come dimostrano molti gli studi che riportano in cifre l’apporto economico positivo di un teatro nel tessuto cittadino circostante».

A fianco di Guastella molti esponenti dell’ampio schieramento, che da oggi può contare anche sull’apporto del Movimento Città rappresentato dall’Ing. Salvo Rossi.

«Nel lontano 2006 – ricorda Giovanni Iacono, consigliere provinciale IdV – l’allora candidato Dipasquale mise la riapertura del Teatro cittadino tra i primissimi punti del suo programma ammettendo che sarebbe stato “il minimo da fare”. Dopo cinque anni di amministrazione l’immobile è ancora cadente e in stato di abbandono. Che cosa ha fatto il sindaco in tutto questo tempo? Vorremmo saperlo!».

«La vicenda dei lavori all’ex cinema Marino può essere annoverata tra le tante opere incompiute che il nostro sindaco ci lascerà in eredità, insieme al grande sperpero di denaro pubblico dei contribuenti – dichiara Peppe Calabrese, segretario Pd –. In realtà un passo avanti è stato fatto da Dipasquale, quello dell’atto di esproprio dell’immobile, ma era meglio per i cittadini che ciò non avvenisse. Un atto non condivisibile perché adesso il Comune, invece della cifra corrisposta (1.300.000 €), molto probabilmente dovrà sborsare agli antichi proprietari molto di più, poiché esiste una valutazione ufficiale del 2006, frutto del lavoro di una commissione istituita ad hoc, in cui l’immobile è stato valutato quasi il doppio». Anche Sergio Guastella è molto critico sulla prassi adottata da Dipasquale, definendo il ricorso all’esproprio per una pubblica amministrazione un fallimento in generale. In questo caso poi è doppiamente negativa perché a fronte di una consistente cifra pagata, non si è avuto neanche il beneficio dell’inizio tempestivo dei lavori che avrebbe portato almeno la cittadinanza a godere dell’immediato uso del teatro. «Il risultato è stato invece quello di ribaltare sulle spalle delle nuove generazioni i costi maggiorati per l’acquisizione del teatro, perché quando avrà termine il contenzioso il Comune probabilmente dovrà sborsare una bella cifra supplementare, quella che si sarebbe potuta risparmiare ricorrendo ad un atto meno arrogante e cercando con maggiore pazienza un compromesso con i proprietari».

La risposta di Dipasquale non si è fatta attendere: sabato 26 marzo infatti è stata organizzata una conferenza stampa per fare il punto sull’iter tecnico-progettuale riguardante proprio il recupero e riutilizzo del Teatro della Concordia. Che sia una semplice coincidenza?

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