IL CREDITO AGRARIO POST BASILEA

Riportare l’agroalimentare al centro della politica Ue, superare il de minimis; introdurre i premi comunitari come garanzia alle imprese agricole nei confronti della banche; individuare compagnie assicurative che assicurino il reddito sul giro d’IVA. Queste sono alcune delle proposte emerse nella III sessione degli Stato Generali dell’Agricoltura Siciliana che si è tenuta questo pomeriggio alle 17,00 in seno ad Agrem 2012.

Sono intervenuti, dopo i saluti del presidente di Emaia, Giovanni Denaro, Rosario Alescio, CRIAS, Rosario Tornabene, IRCAC Sicilia, Vincenzo Pappalardo, Agriventure, Andrea Sisti Consiglio Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali e Gerardo Diana, Confagricoltura Sicilia. 

 

Nel quadro drammatico generale, ancora una volta emerge l’esigenza di rimodulate il Psr ma il problema che emerge è la difficoltà di accesso al credito per le imprese agricole. 

La possibilità di scegliere se andare a bilancio o sul catastale, ha ricordato Gerardo Diana, non costituisce sempre un vantaggio e questo sistema spesso penalizza l’impresa agricola nel rapporto con le banche. “Abbiamo imprese agricole che chiedono interventi per 75 miliardi alle banche ma abbiamo poi – a causa della grandi crisi e mancata comprensione delle esigenze, il 18 per cento delle richieste non finanziati”.

E lo stato di sofferenza viene confermato anche da Vincenzo Pappalardo; “sono cresciuti gli impegni del 10 per cento, dell’11 in Sicilia”. 

Rosario Parlabene ha incentrato il suo intervento sull’erogazione di contributi dell’Ircac alle cooperative agricole ma nel settore secondario trasformazione e commercializzazione operando nei termini del de minimis. 

Rosario Alescio, nel ricordare le misure promosse dalla Crias, riferisce di un 20 per cento di sofferenze ma ricorda anche che nelle nuove misure previste dalla Legge 25 non appena la Regione delineerà le linee guida, ci sarà anche uno 0,80% in più sui tassi di interesse come fondo di rotazione e sono risorse che vengono rimesse in circolazione. Bloccando però il pagamento delle rate per un anno, anche queste risorse del fondo di rotazione vengono bloccate a meno che non ci siano ulteriori stanziamenti dalla Regione Siciliana per superare il problema. Troppo basso anche per Alescio, il limite del de minimis e chiede con forza che la dirigente generale del Dipartimento interventi strutturali dell’assessorato Risorse Agricole regionale, Rosaria Barresi scriva le linee guida della legge 25 sull’Agricoltura per sbloccare le risorse già disponibili. Alescio poi suggerisce alle imprese di associarsi anche con la formula dell’Ats per accedere a quei finanziamenti del Psr destinati alla promozione della produzione agroalimentare. 

Secondo Sisti, la crisi nel settore agricolo dipende da meccanismi farraginosi introdotti dal Psr,  voluti da Bruxelles ed anche da molte regioni che non sono state capaci di decodificarlo. Tutte le misure dalla Pac e quelle agro-ambientali che accompagnavano in modo sostanzioso le aziende per pratiche colturali che portavano flussi di cassa, per inefficienza del sistema Agea e del Sian hanno portato ritardi abissali nella tempestività dei pagamenti alle aziende. Il sistema va rifondato dalla base. 

 

 

LE PROPOSTE 

Sisti:  per i prossimi due anni con il Psr bisogna portare come strumento una forte anticipazione,  almeno fino al 50% su investimenti strutturale e subito non a conclusione lavori. Bisogna avere dati statistici seri sulla produzione. Il motivo è che la strategia Ue da qui al 2015-2020 dobbiamo seguirla con più interesse e maggiore “mediterraneità”. Ci sono due importanti partenariati su bioeconomia e sviluppo sostenibile in agricoltura ma la nostra strutturazione agricola è troppo frammentata  in troppe incertezze per essere posta nel mercato globale. Dobbiamo andare sui mercati con cognizione di causa ed una corretta organizzazione di produzione per distinguere dove orientare il prodotto. Se non lavoriamo sulla marginalità per renderla produttiva non riportiamo il valore aggiunto che oggi sta nell’ultimo segmento della filiera. 

Parlabene spinge sul superamento del de minimis   

Pappalardo crede nel maggiore valore da dare nell’accesso al credito al progetto piuttosto che alle garanzie 

Alescio propone di innalzare la soglia del de minimis, ed utilizzare anche i fondi Fir per agricoltura ed agroalimentare e chiede impegno per la legge 25. 

Diana chiede che i fascicoli aziendali siano i più completi possibili e che vi sia riportato anche quanto l’azienda percepisce di premi comunitari che devono essere posti a garanzia di provvedimenti di credito alle aziende fare da garanzia. La proposta è anche quella di agire come in Spagna, con una assicurazione sul reddito, sul giro dell’iva dell’azienda. “Se è al di sotto della media dei tre anni, ti pago quello che hai perso”. 

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