Intorno alle ore 7 di stamani, il reparto di psichiatria dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa è stato interessato da un allagamento causato dalla rottura di un tubo dell’impianto di condizionamento. L’episodio ha richiesto l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco di Ragusa, che hanno messo in sicurezza i locali e confermato che l’allagamento non era […]
IL CONSIGLIERE PAOLO NIGRO DI MODICA A SOSTEGNO DEL VERO “MADE IN ITALY” AGROALIMENTARE
24 Nov 2011 18:52
Il consigliere comunale indipendente di Modica Paolo Nigro, aderente all’Associazione Territorio, sostiene il vero “Made in Italy” promosso dalla Coldiretti di Ragusa. Al Sindaco, al presidente del Consiglio Comunale Carmelo Scarso e ai Consiglieri tutti, Nigro chiede di inserire nell’agenda dei lavori la proposta di ordine del giorno sulla questione affinché se ne possa discutere per raggiungere un’eventuale approvazione alla prima seduta utile. Nel momento di grave crisi in cui versa l’Italia, spiega il consigliere Nigro, si è alla ricerca di azioni e di risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale: il Made in Italy, in particolare quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva di sviluppo del Paese.
Nel nostro Paese, l’agroalimentare rappresenta oltre il 16% del Pil nazionale e l’export agroalimentare raggiunge quasi 28 miliardi di euro ed ha segnato, anche durante la crisi, tassi di crescita del 13%. L’Italia ha inoltre raggiunto il primato in questo settore per valore aggiunto per ettaro, per la produzione e l’esportazione di vino nel mondo, per la qualità vantando 231 Dop, Igp e Stg e quasi 500 denominazioni di vini Doc, Docg e Igt e per il numero di operatori nel mercato biologico. “La Coldirett poi” – continua Paolo Nigro – “è da tempo impegnata in un progetto di tutela e valorizzazione del vero Made in Italy agroalimentare su cui intende fortemente riportare nuovamente l’attenzione delle Amministrazioni a vari livelli alla luce dell’intensificarsi dei rischi di contraffazione e concorrenza sleale verso i prodotti nazionali”.
Nel corso del 2011 il Governo Nazionale ha tra le altre cose assunto alcuni importanti impegni come ad esempio l’approvazione, dopo anni di pressing stringente, di una legge che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’obbligatorietà dell’indicazione in etichetta dei prodotti alimentari del luogo di origine della materia prima agricola e l’impegno, ancora disatteso, di darne piena attuazione. Il Ministro delle Politiche Agricole, in risposta a un’interrogazione parlamentare aveva definito anche dei criteri di finanziamento dei progetti all’estero in grado di scongiurare appropriazioni indebite delle denominazioni protette e impropri richiami all’origine italiana dei prodotti commercializzati. Le linee programmatiche del medesimo Ministero espresse al Parlamento erano volte al contrasto a livello europeo e mondiale dell’“Italian sounding” in quanto fenomeno ingannevole e scorretto che danneggia la nostra cultura e tradizione e vanifica il sacrificio dei nostri operatori abusando del buon nome del nostro Paese.
Di fronte a queste importanti premesse mancano però ancora atti conseguenti: é recente la denuncia di una nuova vicenda di utilizzo improprio di risorse pubbliche da parte della “Società italiana per le imprese all’Estero – SIMEST s.p.a.” (società finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinate a finanziare direttamente o indirettamente la produzione o la distribuzione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del Paese. Le operazioni di sostegno dell’“Italian sounding”, da parte della SIMEST, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione” del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy.
“Non può essere taciuto” – afferma ancora Nigro – “che il sostegno di SIMEST si indirizza ad investimenti in attività di delocalizzazione che oltre a costituire occasioni di concorrenza sleale ai prodotti italiani sottraggono colpevolmente opportunità di lavoro ed occupazione al sistema Italia”. Dopo il caso dell’azienda casearia Lactitalia, attendendo invano interventi correttivi, Coldiretti ha denunciato anche il caso Parmacotto in cui risulta la partecipazione della SIMEST. Il Gruppo Parmacotto con il supporto della stessa società ha infatti già avviato negli Stati Uniti un progetto che ha portato all’apertura di un punto vendita monomarca a New York e prevede di strutturare una vera e propria catena di locali caratterizzati dall’offerta di prodotti “Italian sounding”.
Nei punti vendita già aperti nei diversi Stati, nell’Unione europea e negli Stati Uniti, dedicati alla salumeria tradizionale italiana, segmento di eccellenza del Made in Italy e sinonimo di qualità e genuinità, si vendono alimenti realizzati con ingredienti e materie prime non italiane confezionati sul posto con etichette e marchi che evocano prodotti tipici della gastronomia italiana e delle specialità regionali: solo leggendo alcuni nomi dei prodotti venduti all’estero nei due casi citati (bresaola, finocchiona, salame toscano, soppressata, pecorino, toscanella) è evidente il danno che viene prodotto evocando denominazioni di territori e di prodotti che sono il frutto di secoli di storia, tradizione, impegno diligente della nostra gente.
L’“Italian sounding” ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno, questo non dovrebbe essere più tollerato. Su questi presupposti risulta necessario e di primaria importanza porre fine a questa situazione insostenibile e deprecabile e soprattutto incoerente rispetto alle linee di azione dichiarate del Governo. “Invece che alla valorizzazione e alla promozione del vero Made in Italy” – conclude Nigro – “siamo costretti ad assistere ad una vera e propria svendita della nostra economia e dei nostri territori, che rischia di danneggiare irrimediabilmente il nostro vero grande patrimonio”. Il Governo Nazionale dunque, tramite i Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, dovrebbe impegnarsi attraverso più iniziative per tutelare il “Vero Made in Italy” così da porre rimedio, ad esempio, alla diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica . Questo implica un evidente danno all’immagine della produzione agroalimentare Italiana, raggirando i consumatori che non vengono messi in condizione di scegliere in modo consapevole.
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