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IL CLAN IBLEO GIOCHERÀ LA PRIMA PARTITA CONTRO IL CUS CATANIA
07 Ott 2010 16:52
Tutto pronto per l’inizio del campionato di serie C di Rugby che vede impegnato la squadra del presidente Di Natale in un girone siculo-calabro. La prima giornata il Clan affronterà in casa il Cus Catania, che assume tinte forte basti pensare che lo scorso anno gli etnei hanno inflitto una sconfitta alla squadra Iblea. La seconda giornata ospiterà il Nissa Rugby e la terza sempre tra le mura amiche vedrà il Clan sfidarsi con l’altra squadra locale il Padua.
“Un mese di ottobre – afferma il presidente del Clan, Erman Dinatale – che si annuncia infuocato e che ci spinge a dare, subito, del nostro meglio. E ci siamo posti degli obiettivi a breve scadenza. Il primo è sicuramente fare in modo che alle nostre gare possa venire quanta più gente possibile. Cercheremo di mettere in moto delle dinamiche positive che garantiscano la presenza sulle gradinate dello stadio non solo dei nostri abituali supporter ma anche di chi di rugby ha sentito parlare lontanamente ma non si è mai incuriosito ad assistere ad una gara dal vivo”.
Gli atleti hanno eletto il nuovo capitano per la nuova stagione agonistica 2010-2011 sarà Adriano Aprile mentre i galloni di vicecapitano sono stati assegnati ad Adriano Scrofani. Stiamo parlando di due rugbisti ormai di lungo corso che, in questo modo, avranno l’opportunità di far valere le proprie velleità legate all’esperienza nel contesto di un team che vuole a tutti i costi bissare le buone prestazioni della scorsa stagione.
L’unico neo ad una stagione che sta per partire e quello che il Clan non ha un campo da gioco dove poter giocare le gare interne. “Purtroppo, Ragusa, la nostra città- dice il direttore sportivo Antonio Buscemi (nella foto)– pur potendo contare su un movimento rugbistico degno di panorami più padani che siculi, non può fare affidamento su una struttura dedicata, o meglio la struttura c’è ma è stata chiusa per lavori alla fine della scorsa stagione con il fermo intento (gara d’appalto) del rifacimento del terreno di gioco.
Sei mesi per rendere il terreno drenante e rifare il manto erboso. Attendiamo diligentemente, con la pazienza che solo i rugbisti hanno. E a nulla sono valse le continue segnalazioni fatte all’Amministrazione comunale pregando la stessa ad una presenza più assidua e ad una più oculata direzione dei lavori. Come volevasi dimostrare, oggi il nuovo campo di rugby è praticamente inagibile e non si conosce nemmeno la data di fine lavori, sempre se detti lavori abbiano seguito l’iter della perfetta regola d’arte”.
Il diesse continua e chiarisce che si tratta di un “campionato in salita, non solo per il blasone delle avversarie (tutte le sette formazioni del gruppo 1 godono del nostro rispetto), ma anche perché il Clan si vedrà costretto a dover disputare, se non tutto, buona parte del campionato in strutture di fortuna.
Lo sport in genere usa i colori per dipingere le bandiere dei sostenitori, non ha colore politico. Almeno non dovrebbe. Resta comunque la vergogna di non essere riusciti in sei mesi a piantumare un prato rendendolo funzionale. Che senso ha – si chiede il ds Buscemi – togliere ragazzini dalle strade, dare loro degli ideali, difendere i colori di una città, quando poi ci tocca elemosinare uno spazio dove far crescere una passione?
Questo ci dovrebbe far riflettere”. (Raffaele Ragusa)
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