I due giovani presunti autori dell’omicidio di un anziano modicano potrebbero non andare a giudizio

Messa alla prova: questa la richiesta avanzata  dai legali dei due ragazzi di Modica accusati di omicidio preterintenzionale in concorso per la morte del loro concittadino Angelo Partenza, con l’aggravante “di aver profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”.

L’udienza è stata quindi rinviata al 15 maggio 2019: in quella sede o sarà accordata la messa alla prova, con conseguente sospensione del procedimento, oppure, nel caso contrario, il processo andrà avanti.

Duro il commento del cognato della vittima, prof. Vincenzo Di Martino, che con la moglie, Giuseppa Partenza,

“Siamo assolutamente contrari alla messa alla prova. Comprendiamo perfettamente che si tratta di minori, ma proprio per questo devono ricevere una lezione adeguata alla gravità del crimine commesso, che non può essere qualche mese di servizi sociali – spiega il Professore – Qui non si tratta di una marachella: c’è scappato il morto. Possibile che la vita di una persona non valga nulla? Che messaggio si dà alla pubblica opinione? Se dovesse finire così in Italia non ci sarebbe proprio giustizia”.

Il grave episodio è venuto alla luce il 3 febbraio 2017: Partenza, che abitava da solo, è stato trovato senza vita nella sua casa. Dalle indagini è emerso che il 64enne era rimasto vittima di un’aggressione per mano di alcuni ragazzi pochi giorni prima. A riferirlo lui stesso nella querela presentata dopo il fatto alla locale stazione dei carabinieri. Partenza spiegava di essere stato da tempo nel mirino di un (allora) 15enne che abita nella sua stessa via e di un gruppetto di suoi amici e coetanei, tutti di Modica, che lo infastidivano spesso. Il 19 gennaio, a mezzogiorno, l’uomo e il ragazzino vicino di casa, che era con altri amici, si sono casualmente ritrovati faccia a faccia nella piazzetta della chiesa di Santa Maria di Betlemme ed è scoppiato un alterco. A quanto denunciato dalla vittima, uno dei ragazzi, che allora aveva 16 anni, lo avrebbe strattonato e gettato per terra facendogli sbattere il capo e colpendolo ancora con calci e pugni. Finché un avvocato, il cui studio dà sulla piazza, sentite le grida, è corso in strada mettendo in fuga gli aggressori.

In preda a forti dolori al volto e in tutto il corpo, Partenza si è rivolto al medico di famiglia che l’ha invitato a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dove i sanitari gli hanno riscontrato una brutta frattura della parete anteriore laterale, mediale e superiore del seno mascellare destro, una frattura delle pareti laterale e mediale dell’orbita destra, un enfisema sottocutaneo a livello della regione orbitaria e malare destra e la scoliosi sinistro convessa del setto nasale, a conferma di come i colpi subiti si fossero concentrati proprio sulla testa, per una prognosi di trenta giorni salvo complicazioni. Complicazioni che purtroppo si sono verificate, conducendo l’anziano alla morte.

A seguito di tali conclusioni, la dott.ssa Vassallo il 3 novembre dell’anno scorso ha depositato, a chiusura delle indagini preliminari, la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei due imputati, il più grande dei quali, peraltro, G. A. L., nel frattempo è diventato maggiorenne, mentre l’altro ha 17 anni. Con la conseguente fissazione dell’udienza preliminare e l’avvio del processo. Che però potrebbe interrompersi prima di entrare nel vivo.

Redazione

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