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11 Dic 2016 21:58
Quando perdi tre delle quattro partite con le squadre con cui dovrai giocarti il passaggio alla Poule Promozione non hai nulla da recriminare, puoi solo prendertela con te stesso per non aver saputo battere i tuoi avversari diretti. E quando questo accade devi mettere via i sogni di gloria, salvare quel che resta della stagione e iniziare a pensare al futuro.
Il Padua di quest’anno ha vinto alla prima di campionato con il CLC Messina ma poi ha perso in casa con Cus Catania, a Messina e, oggi, alla Cittadella del capoluogo etneo. Tre sconfitte che costringono adesso i ragusani ad accantonare ogni speranza di promozione, obbligandoli, da stasera in avanti, a concentrarsi su quello che resta di questa prima fase e, poi, sui Play Out salvezza.
Oggi i ragazzi di coach Greco sono arrivati a Catania sapendo che questa per loro sarebbe stata l’ultima occasione per rientrare nella corsa Play Off e che quindi l’unico risultato utile alla causa sarebbe stato una vittoria.
Nei primi minuti, in effetti, si è visto un Padua ben disposto, aggressivo quanto basta, voglioso di dimostrare il proprio valore, e già al primo minuto Stefano Iacono ha avuto l’occasione per portare avanti la propria squadra. Oggi però il piede del capitano biancazzurro non è in giornata di grazia e il risultato resta bloccato sullo 0 a 0.
Passano i minuti e la voglia dei ragusani fa a cazzotti con l’ansia di dover assolutamente vincere e si scontra con una squadra, il Cus Catania, che è conscia del proprio valore, che gioca con la tranquillità di chi sa di aver già raggiunto il primo obiettivo stagionale, e che ha dalla sua una mischia quasi sempre dominante. Così, all’ottavo, una touche cusina sui 5 ragusani si trasforma in una maul avanzante dalla quale sbuca fuori Marco Valenti che coglie di sorpresa la difesa iblea e schiaccia in meta. Valerio Leonardi trasforma. 7 a 0.
La marcatura subita, per il Padua, ha l’effetto di un pugno in faccia. Quattro minuti dopo Peppe Modica non riesce a prendere al volo un pallone calciato in avanti dagli avversari, il rimbalzo favorisce l’attacco rossoblu, un calcio di Alfio Finocchiaro spinge fin dentro l’area di meta l’ovale e per il centro catanese tuffarsi sul pallone è cosa facile. Leonardi questa volta non centra i pali. 12 a 0.
Se la prima meta cusina aveva tramortito i ragusani, la seconda, al contrario, li scuote. Per buoni 15 minuti si gioca nella metà campo catanese, con i paduini che spesso arrivano vicini alla marcatura. Quello che manca è però il cinismo di altri momenti, quella cattiveria agonistica che permetterebbe loro di chiudere l’azione.
Dopo diversi tentativi di violare l’area di meta avversaria, al 32° il paduini provano a mettere i primi punti sul tabellone con un calcio di punizione ma oggi il piede di capitan Iacono non ne vuole proprio sapere.
Allo scadere del primo tempo arriva invece la terza meta etnea. Touche nei 22, maul che avanza per una quindicina di metri, Andrea Battaglia che abbatte fallosamente il trenino rossoblu e l’arbitro, il signor Paolo Schilirò della sezione di Catania, che assegna una meta di punizione. E sul 19 a 0 si va al riposo.
L’inizio del secondo tempo è una fotocopia della fine del primo. Mischia a cinque metri, palla ad Alfio Finocchiaro, che buca la difesa e va ancora una volta in meta. Con i due punti di Leonardi fa 26 a 0.
A questo punto la partita non avrebbe più nulla da dire, i due coach iniziano la solita girandola di cambi, ma ci pensano l’infortunio del biancazzurro Demba Mane e il rosso al rossoblu Finocchiaro a rendere più avvincente il resto dell’incontro. In 14 contro 14, e con entrambe le squadre che non hanno più nulla da perdere e nulla da dimostrare, la partita si fa spassosa. Si gioca un po’ alla “viva il parroco” ma sugli spalti ci si diverte.
E con gli spazi che inevitabilmente si creano, le squadre, in poco più di venti minuti, segnano altre quattro mete, due i padroni di casa e altrettante gli ospiti.
Prima allunga il Cus con Daniele Stracquadanio, la classica meta dell’ex, Alessandro Cappa accorcia, Francesco Rizzo rimette a posto le distanze, Marco Marlin fissa infine il risultato sul 38 a 10.
Adesso, a due giornate dalla fine, solo la matematica dà ancora una sottile speranza al Padua, ma si tratta di una questione puramente numerica perché la ragione ci fa dire che ormai i paduini devono solo pensare a chiudere in bellezza questa parte di stagione e poi concentrarsi sulla seconda fase quando ci sarà da lottare per mantenere la categoria.
Ragusa, 11.12.2016
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