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Giovane ragazza adescata su facebook e costretta a prostituirsi in Spagna
29 Ott 2018 12:17
Un incubo a lieto fine quello di una 18enne romena cresciuta a Ragusa che, per iniziare una nuova vita, era disposta ad abbandonare l’Italia. Tutto inizia su Facebook dove la ragazza incontra un uomo della sua stessa nazionalità che sembra conoscerla da una vita, così nel giro di un mese i due intrattengono un’amicizia virtuale che porta la ragazza ad immaginare ed a sperare un nuovo futuro ed una nuova vita con lui. L’uomo vive in Spagna e le propone di raggiungerla, le racconta di quanto sia bella Barcellona, delle numerose possibilità di lavoro e di quanto potrebbero essere felici se costruissero insieme una famiglia.
La ragazza, dopo aver vissuto un’infanzia difficile ed aver avuto un’ultima delusione sentimentale, ha l’impressione di aver trovato la sua anima gemella, un uomo che la comprende e che le promette la vita e la famiglia che ha sempre desiderato, quindi in pochi giorni lascia il suo lavoro, la casa dove vive in affitto e compra il biglietto dell’autobus fino a Milano, dove l’uomo che crede potrà essere l’amore della sua vita la andrà a prendere.
Parte il 12 ottobre, Ragusa—Milano in un giorno, ha davanti un nuovo futuro e l’uomo con cui nell’ultimo mese aveva vissuto un’incredibile storia d’amore virtuale è già lì ad aspettarla, ma lei ha un piccolo problema: i suoi documenti non sono validi per l’espatrio. Neanche questo particolare fermerà il loro amore, l’uomo le assicura che non avranno problemi a passare le frontiere, quindi iniziano il viaggio verso la Spagna.
Tutto è bellissimo ed entusiasmante, i sogni di una vita si stanno avverando per questa ragazza che sinora è stata un po’ sfortunata. L’uomo le propone di fermarsi a salutare un caro amico che vive subito dopo il confine spagnolo e la ragazza accetta, ne aveva sentito parlare durante le loro conversazioni, ed è curiosa di conoscerlo e desiderosa di compiacere il suo uomo. È così che il loro viaggio si interrompe in una casa a Girona dove l’uomo la fa entrare e chiudendo a chiave la porta alle sue spalle le presenta il suo vero futuro: fare la prostituta per lui e vivere in quella casa dove già vivevano sua moglie ed un’altra donna già avviate al meretricio.
Una stanza di pochi metri quadri è la “sala d’attesa” della diciottenne che piange disperata e che ha paura, tanta. Crede di avere in grembo un bambino, dalla precedente e sfortunata relazione e lo dice all’uomo sperando di essere “graziata” da quel futuro, ma l’uomo non ha pietà, le da sigarette ed una bottiglia d’acqua, nulla da mangiare, spera che il bambino muoia per poter sfruttare a pieno il giovane corpo della malcapitata. L’uomo abusa sessualmente di lei e le fa assumere cocaina sotto la minaccia di morte, non è questo il futuro in cui la giovane donna sperava, è disperata, sola in un paese di cui non conosce la lingua, non ha soldi per scappare e comunque non saprebbe dove andare.
Nella disperazione più grande però ricorda di aver avuto una precauzione, quella che la salverà, ha portato con se un secondo cellulare, il primo le è stato tolto e già non funzionava passato il confine. Il 15 ottobre nel pomeriggio accende il cellulare e contatta tramite Whatsapp un suo amico, l’unico a cui sente di potersi rivolgere in quel momento, è un ragazzo albanese che vive a S. Croce Camerina, ha paura che la ascoltino quindi scrive messaggi ed evita di telefonare. Appena riceve la richiesta di aiuto della donna l’amico corre alla Stazione Carabinieri di S. Croce Camerina, spiega tutto ai militari ed a quel punto i militari iniziano a messaggiare con la ragazza cercando di ottenere quante più informazioni fosse possibile ottenere. La ragazza è bravissima, racconta tutti i fatti e riesce ad inviare due foto che scatta dalle finestre dell’abitazione in cui si trova e soprattutto invia l’esatta posizione. È questo l’elemento più importante per gli investigatori di S. Croce camerina che, unitamente alla Compagnia di Ragusa, attivano il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia ed inviano un’immediata richiesta ad Interpol Spagna. Da questo momento sono ore interminabili di attesa e speranza per la ragazza ed i militari di S. Croce Camerina.
Il 16 ottobre intorno alle 20:00 un nuovo messaggio della ragazza, è finalmente salva, la Polizia di Girona, il reparto Mossos d’Esquadra, l’ha salvata ed ha arrestato il suo aguzzino. La ragazza viene accompagnata in ospedale e sottoposta alle cure mediche necessarie, è la fine di un incubo durato poco più di 48 ore, il più brutto della sua vita. Resta in Spagna fino al 18 ottobre e presenzia all’udienza in cui al suo aguzzino viene la misura di divieto di avvicinamento e comunicazione con la vittima. I capi d’imputazione per lui sono tanti e gravi: tratta di esseri umani, induzione alla prostituzione, violenza sessuale e reati contro la salute pubblica.
La ragazza decide di ritornare a Ragusa ed accompagnata da quelli che lei chiama i suoi “angeli” spagnoli prende l’autobus per iniziare il suo lungo viaggio al contrario. È arrivata a Ragusa il 22 ottobre e sta riprendendo in mano la sua vita.
Le indagini in collaborazione con la polizia spagnola continuano al fine di verificare se il caso della ragazza sia inserito in un più largo ambito criminale transnazionale.
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