GIGI BELLASSAI PROPONE UNA CLASS ACTION PER FERMARE IL VERGOGNOSO FENOMENO DI PRIVATIZZAZIONE DEI VARCHI AGLI ARENILI

“La spiaggia e il mare sono pubblici, un bene di tutti che deve essere accessibile e fruibile universalmente senza limitazione alcuna – E’ questa la dichiarazione del presidente regionale degli Ecodem siciliani e segretario del PD di Comiso Gigi Bellassai sulla degenerazione della privatizzazione degli accessi al mare di questi ultimi mesi – non possono essere accettate catene e sbarramenti che impediscono di raggiungere la spiaggia e i servizi (pochi) presenti. A Punta Braccetto si è raggiunta la situazione paradossale di avere oggi solo una strada libera per raggiungere un arenile lungo quasi un chilometro. Una situazione insostenibile che crea una insopportabile disparità tra i pochi residenti privilegiati e le migliaia di pendolari che raggiungono la località balneare e trovano tutti i varchi “incatenati” e quindi sono impossibilitati ad accedere con qualsiasi mezzo, anche se solo per accompagnare un anziano a un portatore di handicap sono costretti chiedere il permesso ai proprietari delle seconde case che hanno privatizzato, sbarrato, bloccato abusivamente le viabilità pubbliche di accesso.  

Per non parlare dei mezzi di soccorso costretti a rallentare la loro azione a causa delle catene di sbarramento con grave detrimento per la sicurezza pubblica. Questa inaccettabile prevaricazione dei privilegiati deve finire, chiediamo l’intervento delle autorità che fino ad oggi hanno fatto finta di niente, voltando le spalle dall’altra parte fingendo di dimenticare che si tratta in gran parte di case con concessioni in sanatoria ottenute in forza della presenza di strade pubbliche e urbanizzate.

Su questa vicenda, simbolo e figlia di una cultura che privilegia interessi  particolari a danno di quelli collettivi, è necessaria un’ampia mobilitazione dell’opinione pubblica arrivando anche alla class action (cioè un’azione legale collettiva) per difendere il diritto di tutti di accedere liberamente al mare.”

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