“Fuori gioco”: Asp in campo contro le ludopatie. “Nel Ragusano spesi 412 milioni di euro l’anno in gioco d’azzardo”

Nella sola e piccola provincia di Ragusa, 412 milioni di euro, ogni anno vengono spesi in giochi d’azzardo; 5,2 i miliardi giocati in Sicilia, 142 in Italia “e dalle ludopatie non si guarisce, ci si cura”. Lo ha detto Giuseppe Mustile Direttore dell’Unita operativa complessa delle Dipendenze patologiche dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa. Un fenomeno difficile da affrontare per la complessità del tema ‘ludopatia’ e per la presenza spesso di altre patologie associate, come l’abuso di alcool e droghe. A Ragusa, tre giorni di iniziative che coinvolgeranno 1500 studenti di Ragusa, Vittoria, Modica e Scicli, ma anche insegnanti e operatori, associazioni e cittadini: “Fuori gioco” è il titolo di un  tema che ne abbraccia molti altri. I dati sono allarmanti e in crescita.

Prevenzione e dati scientifici

E uno degli strumenti da mettere in campo è la prevenzione anche attraverso forme di comunicazione ‘alternative’.  “Chi gioca d’azzardo – ha spiegato Mustile – si stravolge la mente, spesso ruba, anche in famiglia, devasta gli affetti;  la sua dipendenza dal gioco capita sia connessa anche ad altre dipendenze, alcool, droghe. Si gioca tra i 14 e 65 anni, dice la media italiana. E oltre ai ragazzi ci sono anche gli anziani, entrambi rappresentano categorie fragili”. Ed è anche per questo che si punta alla prevenzione incontrando i ragazzi nelle scuole. “Davanti a questo tsunami – dice ancora il direttore dell’Unita operativa delle Dipendenze patologiche – possiamo solo resistere. In provincia si presume ci siano almeno 1400 giocatori problematici ma ne curiamo solo 220: troppo pochi. Abbiamo difficoltà a fare venire i giocatori a farsi curare. E ci può salvare solo la relazione umana”.  Anche l’associazione TAXI 1729 sarà presente agli incontri: “E’una società di divulgazione scientifica – ha spiegato Olmo Morandi di TAXI 1729 il gruppo che comunica in modo ‘alternativo’-. Ci occupiamo di vari temi con gli ‘occhiali’ della scienza. Per il gioco d’azzardo, gli interventi rivolti ai ragazzi, puntano ad aprire la macchina del gioco, valutarla matematicamente, scoprendo le trappole mentali, gli inganni cognitivi che li rendono appiccicosi; indagheremo, soprattutto, sui giochi più diffusi, slot machine, gratta e vinci, crazy time, scommesse sportive, social e smart phone”. Alcuni numeri? Eccoli: le possibilità di fare 6 al superenalotto sono una su oltre 622 milioni di possibilità; di azzeccare una cinquina, una su quasi 44 milioni. Il gioco ‘veloce’, soprattutto nell’ on line, negli ultimi 4 anni ha superato quello ‘fisico’ e giocare con lo smart phone rende invisibili chissà quanti scommettitori patologici. E l’invisibilità, rischia di rendere socialmente accettabile una vera e propria emergenza.  “Rispetto ad una dipendenza da cocaina – ha detto Mustile – le risorse necessarie alla cura di una ludopatia, sono cinque volte maggiori, in termini di impegno, professionalità coinvolte…”

Le risorse e le armi spuntate

L’Asp di Ragusa è la prima in Sicilia per l’investimento dei finanziamenti dedicati; tanto che ha chiesto anche la possibilità di utilizzare le risorse che le altre Asp non sono riuscite ad impiegare; è l’unica azienda sanitaria provinciale in Italia a offrire il trattamento innovativo della stimolazione magnetica transcranica per cocaina e ludopatie. Commissario straordinario Asp Ragusa Giuseppe Drago nei suoi saluti introduttivi ha posto l’accento sull’importanza della prevenzione e del ruolo delle famiglie nell’educazione, spesso delegato alle istituzioni. Conseguenze devastanti quelle del  gioco d’azzardo, per chi ne è vittima ma anche per la famiglia; “la prevenzione è un’arma, si creano anticorpi e bisogna iniziare dai giovani”, ha detto il direttore sanitario dell’Asp, Raffaele Elia che auspica regolamento più stringenti e limitativi proprio del gioco d’azzardo. Giuseppe Morando, direttore dei Dipartimento di salute mentale, nell’evidenziare la valenza dell’iniziativa ha voluto però sottolineare che la domanda di servizi è in aumento, ma gli “strumenti che vengono utilizzati non sono sufficienti; questo è un problema trasversale alle fasce d’età; bisogna implementare gli interventi. Mi auguro che si inizi la negoziazione per la dotazione organica. Struttura c’è ma gli operatori non sono sufficienti, servono anche educatori di comunità, assistenti sociali…non si può combattere questa battaglia così, con armi spuntate. E nei team oggi si suggerisce anche la presenza di un avvocato per episodi di strozzinaggio”, segno concreto della complessità del tema. Il 9, 10 e 11 aprile ci saranno gli incontri con le scuole, mentre l’incontro pubblico è previsto per il 10 aprile alle 16 alla Camera di Commercio di Ragusa di piazza Libertà  

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