Fornace Penna avviato l’esproprio. La “cattedrale laica” di Sampieri avrà (forse) nuova vita. Gli eredi: “Ci siamo arresi”

Avviato anche formalmente l’esproprio della Fornace Penna di Sampieri, la “cattedrale laica” che è stata più volte set cinematografico (tra cui il Commissario Montalbano) potrà presto avere (forse) nuova vita.

Fra la procedura di esproprio definitivo, la progettazione della messa in sicurezza e la ricerca fondi, ci vorranno almeno tre anni prima che si possa parlare di lavori per l’ex stabilimento bruciato, l’ex Fornace Penna come è conosciuto l’immobile che si trova a Punta Pisciotto, al confine fra Sampieri e Marina di Modica andato danneggiato prima nel 1924 a causa di un incendio doloso e successivamente per l’erosione del tempo che per un secolo circa (il 26 gennaio del 2024 corre l’anniversario dell’evento) ha fatto cadere buona parte del manufatto. 

Qualche notizia arriva da Palermo dove presso l’Assessorato regionale ai Beni Culturali si è svolto un incontro tra il dirigente generale Ing. Mario La Rocca, il sindaco di Scicli Mario Marino, la presidente di Legambiente Scicli “Kiafura” Alessia Gambuzza e l’architetto Salvo Di Maria, “memoria storica” della Fornace.

La riunione, sollecitata di recente proprio da Legambiente, è l’ultima di una serie di attività e di interlocuzioni svolte dal circolo Legambiente in questi anni, fra le quali ricordiamo quelle intrattenute con il ministro Franceschini e con il compianto assessore Tusa.

“Dal confronto istituzionale” dichiara Alessia Gambuzza – Presidente di Legambiente Scicli Kiafura “Abbiamo appreso che la Regione, attraverso la soprintendenza di Ragusa, ha provveduto ad inizio anno a notificare a tutti i proprietari le indennità di esproprio e che l’intera somma costituente l’indennità è stata impegnata. Si tratta di euro 534.000 approvati con decreto del 2019 da parte della Regione per portare a compimento la procedura.

Alla data odierna, dopo aver individuato tutti i proprietari con l’importo spettante, la Soprintendenza di Ragusa ha già notificato l’esproprio ad alcuni proprietari tramite i messi notificatori del Tribunale di Ragusa. Rintracciando tutti i proprietari entro dicembre 2023 si potrebbe emettere il decreto definitivo di esproprio e l’immissione in possesso dell’intera area, salvo il diritto di proporre ricorso da chi non d’accordo ma senza interrompere il trasferimento del bene alla Regione Siciliana.

Il dirigente generale Mario La Rocca ha preso anche l’impegno a dare impulso alla soprintendenza a redigere il progetto di messa in sicurezza, da realizzare entro due anni dal decreto di esproprio definitivo. Pertanto necessita trovare i fondi per la realizzazione della messa in sicurezza.

Come Legambiente riteniamo estremamente importante la partecipazione fattiva del primo cittadino e seguiremo da parte nostra i vari passaggi, attraverso un confronto collaborativo con l’amministrazione, consapevoli come siamo che troppo tempo è stato sciupato e che Fornace Penna potrebbe non essere più in grado di sopportare gli eventi climatici delle prossime stagioni”

Gli eredi si sono “arresi”

“Ci siamo arresi. Per non far morire la Fornace, nonostante gli sforzi profusi, abbiamo rinunciato al ricorso a suo tempo presentato al Tar di Catania che poteva essere d’intralcio all’avvio dell’iter espropriativo. Peccato però che da quando ci è stato notificato, marzo 2022, non è successo più nulla tranne la fuga degli ennesimi investitori privati interessati e il riproporsi di una situazione di stallo che sembrava doversi risolvere”. E’ quanto hanno detto, qualche mese fa, al quotidiano La Sicilia.

A parlare era stato il barone Guglielmo Penna, 40 anni, che ha trascorso infanzia e giovinezza contando le pietre dello stabilimento di laterizi di contrada Pisciotto realizzato dal trisavolo di cui porta il nome, tra il 1909 e il 1912, devastato da un incendio doloso nel 1924 e rimasto “cattedrale nel deserto” tra promesse politiche e crolli continui.

Set cinematografico

La sua facciata è molto cara ai fan del commissario Montalbano perché più volte usata come set della fiction Palmoar-Rai. Per gli abitanti di Sampieri non è però la Mànnara, teatro di omicidi e misteri, ma la Fornace Penna che attende di essere salvata.

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