È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
FOBIE SCOLASTICHE: COSA SI CELA DIETRO AL RIFIUTO DELLA SCUOLA?
24 Gen 2014 06:43
L’ingresso a scuola è certamente uno degli eventi più delicati che riguardano la vita di un bambino e della famiglia che lo accompagna in questa tappa. Purtroppo non sempre avviene in modo sereno o non problematico.
Si parla di fobia scolastica quando quest’evento è caratterizzato nel bambino da forti crisi d’ansia che non permettono il suo ingresso in classe proprio per le urla, i pianti e la paura che manifesta nel distaccarsi dalla madre (o chi per lei) o da entrambi i genitori. Il prepararsi per andare a scuola è quindi grande fonte di disagio per il bambino che può arrivare anche a vomitare o stare male proprio per rimanere a casa. Più lo si costringe più si avranno risultati vani o del tutto opposti a quelli sperati, portandolo addirittura a poter sperimentare condotte auto od etero aggressive. Dopo la crisi e il raggiungimento del suo scopo (non andare a scuola) il bambino si placa, ritornando al suo equilibrio. Se i genitori cercano di farlo riflettere sui comportamenti attuati, sembrerà confuso o addosserà le colpe del suo comportamento a qualche episodio negativo scolastico.
Raramente il vero problema è la scuola o le relazioni con insegnanti e compagni, quasi sempre si tratta di un problema, appunto come fatto intuire inizialmente, di natura ansiogena, spesso legato alle dinamiche relazionali con la principale figura di accudimento.
Il doversi separare da una madre con cui si è modulato uno stile d’attaccamento insicuro, provocherà ansia e preoccupazione al bambino, poiché temerà di poterla perdere del tutto in quanto ella non rappresenta per il figlioletto una base sicura a cui poter fare tranquillamente ritorno quando vuole.
Od ancora…il rimanere a casa con la madre può avere una doppia funzione per entrambi, in cui ognuno ricava un “vantaggio secondario” dal comportamento attuato: una madre sola o con problemi coniugali attiva nel figlio un senso di protezione inverso (per cui è il piccolo ad occuparsi dell’adulto); rimanendo a casa può farle compagnia se sola o può evitare che i genitori litighino (in caso di conflittualità di coppia) eliminando il senso di colpa o la tristezza che invece deriverebbero dall’uscire di casa.
Si tratta certamente di una fobia scolare, in questo caso, che non è altro che un sintomo di un’infanzia infelice.
La fobia scolare può apparire anche durante la nascita di un fratellino: il rimanere a casa da scuola può permettere al bambino di controllare la relazione fra la madre e il “nuovo arrivato”.
Importante, di fronte a tale problematica, la richiesta di un aiuto terapeutico che permetta di riconoscerne i collegamenti in quanto è un problema che quasi mai riguarda solo il bambino ma spessissimo l’intero sistema familiare.
Il mio contatto e-mail per i lettori:
ammatuna.d@alice.it
© Riproduzione riservata