FARE COME NEL ’76?

Il presidente Napolitano ricordando Gerardo Chiaromonte ha indicato ai partiti il coraggio dell’esperienza del ‘76 della cooperazione tra DC e PCI (passata alla storia come “compromesso storico”) per superare il momento di crisi democratica che attanagliava lo stato nella morsa dell’inflazione a 2 cifre e dell’attacco terroristico …

I più hanno interpretato quell’intervento come un invito al “governissimo” PD – PDL e su questo hanno valutato l’intervento o apprezzandolo o criticandolo, penso che invece l’invito insito nelle parole del Presidente (ricordiamo ci che l’intervento era inserito nelle celebrazioni per il ventennale della scomparsa di Gerardo Chiaromonte protagonista assoluto di quella elaborazione politica nel PCI assieme allo stesso Napolitano e a Berlinguer) vada più genericamente interpretato come invito ad avere uno scarto di coraggio politico nel superamento della fase di stallo, la storia non si ripete mai in modo pedissequo e le soluzioni non sono quindi mai uguali.

Non volendo per pudore riproporre l’accostamento tra gli “statisti” che allora indirizzavano le scelte  delle varie fazioni e i leader di oggi, mi sembra profondamente diversa l’emergenza cui oggi va data una risposta: negli anni ’70 l’emergenza era quella di affermare il valore dello Stato Democratico come “casa comune” condivisa pur nella diversità ideologica e i nemici erano da una parte chi cercava di affermare lo Stato Autoritario per diffidenza verso i comunisti dando vita allo stragismo destabilizzante di destra e dall’altro chi voleva affermare lo Stato Rivoluzionario tramite il terrorismo di sinistra e “l’infezione” che rischiava di propagarsi e alla quale la sinistra reagì con il compromesso storico era data dalla zona d’ombra “dell’indifferenza” sintetizzata nella famosa locuzione “né con lo Stato né con le BR”.Si badi bene il “disinteresse” di allora nel perseguire quella strategia politica fu testimoniata proprio dal dare “l’appoggio esterno” ai governi centristi … e la risposta fu di riaffermare in modo netto il valore dello Stato Democratico come prevalente sul dibattito ideologico!

Adesso qual è l’emergenza? Mi pare sia il decadimento del valore della Democrazia Rappresentativa come metodo di convivenza civile, per riaffermarne il valore bisogna ripristinare una modalità corretta di confronto democratico non una “pastella incolore e insapore” quale sarebbe il “governassimo”; in quel caso, a mio avviso il rimedio momentaneo acuirebbe il problema invece di risolverlo.

Chiarisco che questo non vuol significare incaponirsi nella situazione di stallo in cui ci troviamo adesso, una via di uscita va trovata con uno scarto di fantasia e di “generosità” nella solluta trasparenza qualità che non difettarono in quegli anni alla sinistra e di cui mi pare oggi, a parti invertite difetta la destra di questo Paese.                                                                                           

 

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