ERA IL 14 GENNAIO 2011 QUANDO L’EX RAIS FUGGIVA DA TUNISI

La Tunisia celebra oggi il primo anniversario della caduta del regime del presidente Ben Ali. Il 14 gennaio 2011, infatti, l’ex raìs fuggiva dal paese trovando rifugio in Arabia Saudita, insieme alla moglie.

La rivoluzione fu innescata il 17 dicembre 2010 dal suicidio di un giovane laureato della citta’ centrale di Sidi Bouzid, Mohammed Bouazizi, costretto a fare il fruttivendolo abusivo per mantenere la famiglia. Le gesta di Mohamed, il quale si diede fuoco per protestare contro la polizia che gli aveva confiscato il carretto di frutta e verdura, segnarono l’inizio della ‘Rivoluzione dei Gelsomini’, un movimento spontaneo, partito dal basso, senza stemmi politici. L’altissimo tasso di disoccupazione e l’incertezza sul futuro convinse infatti i giovani tunisini a prendere il loro destino in mano.

La ‘Rivoluzione dei Gelsomini’, oltre a spazzar via il regime corrotto e repressivo di Ben Ali, al potere da 23 anni, apri’ la stagione della ‘Primavera araba’, costata la poltrona ad altri dittatori, dall’egiziano Mubarak al libico Gheddafi. Ad un anno di distanza il bilancio della rivoluzione e’ un insieme di luci e ombre.

“Karama” (dignita’ in arabo) e’ stata la parola d’ordine del movimento di liberazione. E proprio la conquista della dignita’, da spendere in un paese libero dove le persone non sono sudditi ma cittadini, era l’obiettivo dei giovani tunisini, consapevoli che per raggiungere il traguardo della vera democrazia, alla dignità doveva seguire la crescita economica e l’occupazione. Ad un anno di distanza la situazione sociale tunisina non e’ migliorata. Se nel 2010 la disoccupazione era al 13%, nel corso del 2011 ha raggiunto il 18%. La crescita economica, al 5% due anni fa, oggi e’ a zero. Il settore del turismo, una delle voci principali dell’economia tunisina, ha conosciuto un calo del 50% delle presenze.

Le iniziative in programma oggi ricorderanno il grande passo compiuto dal paese, ma già da domani Ennahda, il partito che si è imposto alle elezioni di ottobre e guida ora il governo, dovrà dimostrare di essere in grado di far crescere l’economia, non tradendo i bisogni e le aspettative dei giovani cittadini.

 

 

 

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