L’amore universale e la diversità che unisce, nel dialogo di libertà di Suor Teresa Forcades

La grande umanità di suor Teresa Forcades, il suo linguaggio semplice ma profondo, ha dato il senso del dialogo aperto e senza pregiudizi su temi di grande attualità e spesso divisivi, dalla omosessualità, alla disforia di genere, dal matrimonio tra coppie omosessuali, alle adozioni. L’incontro organizzato da Agedo Ragusa e Cristiani Lgbt+ della Sicilia e che ha avuto il patrocinio del Comune di Ragusa, della Camera di Commercio del Sud est della Sicilia e della Struttura didattica speciale dell’Università di Catania, si è svolto ieri in un gremito auditorium della Camera di Commercio a Ragusa.

SUOR TERESA E’ ANCHE UNA TEOLOGA, UN MEDICO E UN’ATTIVISTA SOCIALE

Il dialogo con suo Teresa, monaca benedettina, ma anche teologa, medico di medicina generale e attivista sociale, è stato introdotto da Luana Gravina, Donatella Siringo – da qualche mese presidente nazionale Agedo e da Padre Piva, “emozionato per sala piena di persone che vogliono ascoltare; significa che c’è una realtà cittadina ed ecclesiale che ha bisogno di confrontarsi su questi temi; ce lo chiede la gente, lo chiedono i  nostri figli e anche la chiesa, ne sono convinto”. Per due ore, persone di ogni età, molti religiosi e religiose, madri, padri e figli, hanno ascoltato i concetti espressi in modo chiaro e facilmente comprensibile, dalla monaca che è partita dal rispondere alla prima complessa domanda sul significato di diversità compreso quello che indica la diversità sessuale e le sue “categorie”.

Da teologa ‘con un dottorato sulla Trinità’, Forcades è subito entrata nel vivo della questione. “L’unità è più profonda della diversità. Non c’è unità più profonda che la diversità. La Trinità ci parla di Dio ed è realtà che ha diversità. Il contrario di unità non è diversità ma divisione. Diversità non distrugge ma costituisce. Si usa dire ‘simile come due gocce d’acqua’ ma anche le gocce sono diverse, rede ghiaccio e analizzate, producono cristalli diversi. La loro differenza è di massa e quando si uniscono l’unica cosa che possono scambiarsi è la quantità. Un organismo pluricellulare come un gatto, ha cellule con stessi cromosomi ma che non si esprimono nello stesso modo. Non posso dividerlo, se lo divido lo distruggo. Ecco quindi, l’unità costitutiva è sostanziale”. In questo modo, argomenta, “la nostra famiglia, società, comunità, gruppo, quando più sono diversi tanto più sono interessanti e capaci di diventare unici ma l’unicità di un gruppo è direttamente dipendente dalla sua diversità”. Sulla libertà che in quanto tale, non cancella l’altro, Suor Teresa sostiene, che “se non sono in grado di confrontarmi con chi la pensa in modo completamente diverso non sono libera” perché la libertà non è fare ciò che si vuole. Sulla diversità sessuale una lunga riflessione tra scienza e fede. Perché dovrebbe essere una minaccia? “Max Plank diceva che la scienza va avanti di funerale in funerale, intendendo che finché non muore il portatore di un’idea non si cambia nemmeno nella scienza” ma c’è anche la forza del cambiamento che deriva dal confronto, dall’amore o anche dall’esperienza personale. E “non c’è un modo di essere umano”, ce ne sono tanti, “accade nel corpo, nel cuore, nella emotività di una persona;  cristianamente non vedo alcun motivo per dire ‘no questo non va’.

Ma vedo motivi per dire di sì. La diversità non è minaccia ma deve essere accettata e capita come una benedizione. Come teologa e credente credo che siamo fatti a immagine di Dio con il compito di scoprire questo amore di Dio. La mia fede mi porta a questo. Dio ha un modo per comunicare con ciascuno”. Un accenno anche alla sua famiglia di origine: “Vengo da una famiglia non religiosa – spiega Forcades -; mio padre diceva,’grazie Dio per avermi fatto ateo’, sembra un controsenso. Si può essere atei di tanti dei. Con un dio che dice che la diversità sessuale non va, anche io sono atea”. La religiosa ricorda che nel 1991 l’Organizzazione mondiale della sanità, aveva detto per la prima volta che l’omosessualità non è malattia mentale, la si definiva tale, prima e non per religione la per scienza!”. Sul desiderio, l’amore erotico, corporale, umano “se tu sei una persona piccola o grande e senti di amare persone del tuo stesso genere in senso erotico; senti un desiderio profondo quasi da avere la sensazione che la tua vita è nelle mani dell’altro, questo erotismo è modo di parlare dell’amore di Dio per noi, come nel Cantico dei cantici; il versetto più bello per me dice ‘Allontana i tuoi occhi da me perché mi turbano’. Io credo in un Dio capace di essere turbato dal mio sguardo di amore erotico, corporale e umano”. Si arriva al concetto di matrimonio, passando dalla benedizione delle coppie omosessuali: “La Chiesa non dice più che sei lontano da Dio, in questo ha cambiato ma il problema è che oggi Chiesa dice che va bene amare ma non può avere un rapporto fisico e questo è un problema, come se ci fosse la vocazione al celibato per gli omosessuali”. Suor Teresa ritiene che la Chiesa cattolica sia “a mezzo cammino, si vede già volontà di andare avanti”. Sul matrimonio, “da teologa credo dovrebbe esserci anche il sacramento dell’amore omosessuale. “Sant’Agostino sosteneva che il sacro nel matrimonio, è la visualizzazione in tempo e spazio di qualcosa che c’è in Dio. Cosa è santo nel matrimonio che si rende visibile? La complementarietà sessuale? No, in io non c’è femmina e maschio, non c’è una dinamica di complementarietà sessuale. Avere figli e essere aperti alla vita?

Anche in questo caso no, il sacramento è in Dio al di là dello spazio e del tempo e Dio non ha figli in questo modo. Il linguaggio su Dio è insufficiente ma non è indifferente, diceva Tommaso D’Aquino. Io credo che sacra è la indivisibilità, la fedeltà, e l’ideale e la vita delle persone non sono la stessa cosa. Quando una coppia sinceramente vuole fare un rituale per dire che ‘ti amerò per sempre e credo che l’amore di Dio ci sostenga’, io credo che come progetto sia una sacramento. Per questa ragione  credo che il matrimonio sia possibile tra due persone che si amano qualunque sia la sua sessualità”. Tra mille esempi e altrettante citazioni, Forcades pesca nella vita dei santi, nella filosofia e nella dottrina, quasi emblema di una chiesa accogliente dove appunto la diversità non è divisione. Oggi alle 18,30 alla casa di spiritualità Ignaziana, in via del Sacro Cuore 46/A, a Ragusa, una veglia di preghiera per il superamento dell’omotransbifobia. 

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