E SE AD ESSERE GONFIE FOSSERO LE GAMBE?

Primavera inoltrata, primi caldi, prime prove costume. Prime crisi. Non solo la pancia, anche le gambe sono spesso gonfie, inspiegabilmente gonfie. Forse lo sono tutto l’anno, forse il cambio stagione e l’arrivo del caldo accentuano questa fastidiosa sensazione. Per alcuni si tratta di un gonfiore perenne, per altri è più occasionale, ma in tutti i casi non è piacevole.

Quali sono, prima di tutto, le cause?

Il gonfiore alle gambe è spesso attribuibile alla presenza di edema, alias l’accumulo di liquidi nell’interstizio (spazio tra le cellule al di fuori dei vasi linfatici), che in genere produce gonfiore, e può essere localizzato o generalizzato, soprattutto a livello di mani, piedi, gambe e occhi.

Le possibili cause di edema sono: insufficienza renale, disturbi alla vescica, problemi al fegato, carenza di proteine o di tiamina, flebiti, vene varicose e ritenzione di sodio. Altri fattori che possono causare o favorire l’edema sono il volo, lo stare in piedi a lungo, la gravidanza, la tensione premestruale, l’uso di contraccettivi orali, i traumi e alcune reazioni allergiche.

Quando l’edema è generalizzato, il primo segno è  l’aumento di peso, proprio per l’elevata quantità di liquidi ristagnanti. Nell’edema da difetti della circolazione venosa a livello degli arti inferiori, il sintomo principale è invece la sensazione di gambe pesanti, specie la sera, insieme al gonfiore delle caviglie. In questi casi, si deve innanzitutto curare la patologia venosa (varici o insufficienza venosa),  evitando tutte le condizioni che favoriscano il ristagno del circolo alle estremità (stare per troppo tempo in piedi, usare sempre i tacchi alti, indossare vestiti molto stretti), e adottando alcuni accorgimenti, in primis quello di mantenere le gambe alzate rispetto al corpo durante la notte e ogni volta che si può.

La ritenzione idrica, quindi, altro non è che una delle cause di edema, sotto forma di accumulo di liquidi in alcune zone del corpo come addome, cosce, glutei e caviglie.

Si possono distinguere quattro tipologie:

1 – Alimentare: causata da un’alimentazione ricca di sodio, o da intolleranza al lattosio;

2 – Circolatoria: dovuta al cattivo funzionamento del sistema venoso e/o linfatico;

3 – Da farmaci: derivante dall’uso eccessivo o cronico di antiinfiammatori, cortisonici, terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi;

4 – Secondaria: legata a patologie più gravi, come ipertensione arteriosa, insufficienza renale, scompenso cardiaco, patologie alla vescica o al fegato, linfedema, etc.

La ritenzione idrica viene spesso considerata una (con)causa del sovrappeso, ma in realtà è proprio il contrario: la tendenza all’accumulo di kg favorisce o peggiora la ritenzione idrica stessa (tranne nei casi di intolleranza al lattosio)!

Per combatterla, bisogna agire sullo stile di vita – in cima alla lista: smettere di fumare – e sull’alimentazione, con un occhio di riguardo su tipo di sport o attività fisica praticati: meglio lunghe passeggiate a passo sostenuto, oppure nuoto o altre attività in acqua, mentre la corsa troppo intensa e/o prolungata e gli sport di impatto come basket, pallavolo, step etc. sono meno indicati, soprattutto se protratti a lungo.

L’acqua, ovviamente, rimane l’alleato numero uno per combattere ritenzione idrica e gonfiori, perché quando l’organismo non è sufficientemente idratato, ne trattiene di più e ne determina l’accumulo negli spazi extracellulari (= gonfiore!), soprattutto a livello delle estremità. Per quanto riguarda gli alimenti, sono da evitare tutti quelli più salati (cibi in scatola in primis, ma anche prodotti da forno, alcuni formaggi, pane, crackers, taralli, grissini, piatti pronti, salumi, insaccati, salsa di soia e altre salse da condimento, sottaceti, alcolici), assicurando piuttosto un adeguato consumo di frutta e verdura. Anche in questi casi, comunque, non esiste una “dieta universale”, e bisogna sempre seguire un piano alimentare personalizzato che tenga conto di tutte le variabili individuali (glicemia, ipertensione, tendenza al sovrappeso, fumo, stile di vita, etc).

Un altro problema correlato riguarda le vene varicose, o varici, cioè quelle vene dilatate di color carne, viola scuro o blu, che possono presentarsi ingrossate e tortuose, e gonfiare fino a rilevarsi sulla superficie della pelle. La localizzazione più comune è sulla parte posteriore dei polpacci o lungo l’interno coscia. Le teleangectasie, note anche come “capillari”, sono simili alle vene varicose, ma più piccole, e appaiono come piccole ramificazioni o ragnatele con sottili linee “seghettate”. In genere sono rosse o blu, e meno profonde delle vene varicose, e si evidenziano sulle gambe o sul viso, arrivando a coprire una zona della pelle molto limitata o molto estesa.

Questi problemi insorgono quando le valvole venose delle gambe si indeboliscono, e non riescono più a spingere il sangue verso l’alto, che quindi può accumularsi nelle vene e nei capillari (insufficienza venosa), dilatandoli. Le cause comprendono fattori ereditari, cambiamenti ormonali, esposizione al sole, avanzare dell’età, assunzione di pillole anticoncezionali, gravidanza, obesità, prolungata posizione eretta. Segni e sintomi includono invece: vene ingrossate e visibili sulla pelle, gonfiore delle caviglie e dei piedi, gambe ‘pesanti’, dolori, pruriti o crampi alle gambe, pelle scolorita nella zona circostante.

Purtroppo, la predisposizione genetica gioca un ruolo determinante, ma si può ridurre la probabilità di comparsa di tali problemi, o alleviarne i disagi, attraverso alcuni accorgimenti: elevare le gambe durante il riposo, non incrociarle da seduti, non stare nella stessa posizione per troppo tempo, spostando frequentemente il peso da una gamba all’altra, fare una regolare attività fisica per migliorare la circolazione e l’elasticità delle vene, indossare calze elastiche e evitare indumenti stretti.

Ricapitolando, la dieta per le problematiche sopra citate dovrebbe escludere tutti gli alimenti a più alto contenuto di sodio, limitare caffeina, liquirizia, zucchero e farine raffinate, e includere buone quantità di alimenti crudi e 1,5-2 L di acqua al giorno. Il tutto, accompagnato all’astensione dal fumo. Vitamine B6 e B12, acido pantotenico, tiamina, vitamine D, C e E, magnesio, zinco e selenio sono i microelementi di cui si può valutare l’eventuale supplementazione.

Le erbe e piante officinali che possono essere utili sono invece le bacche di ginepro, la bardana, l’equiseto, la radice di tarassaco, l’uva ursina (non per gestanti e bambini), la centella asiatica, l’ippocastano, il mirtillo, l’estratto di ginkgo, la diosmina e la lobelia. Per tutti questi rimedi, esistono sia capsule di estratto secco titolato e standardizzato sia formule in crema. L’estratto secco ha maggiore efficacia e durata nel tempo, ma creme o gel danno un sollievo immediato, soprattutto se tenuti in frigo.

Chi ama prendere il sole, infine, sappia che stare sdraiati a lungo favorisce la vasodilatazione e possibile formazione di edema, peggiorando quindi l’insorgenza di gonfiori. Meglio tenere le gambe all’ombra e fare passeggiate nell’acqua con le gambe immerse fino a metà coscia.

 

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