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E’ arrivato in barca a 16 anni a Pozzallo. Si è laureato a Siena con tesi su Africa
25 Set 2022 17:29
Dal 2017 Edwin vive stabilmente a Siena e lavora in una cooperativa sociale. Ma solo la mattina, il resto del tempo, per scelta, studia. E molto. «Ho chiesto io questo orario di lavoro perché ho il tempo di studiare all’università. E quando posso, do anche una mano anche agli altri immigrati per aiutarli nelle loro necessità e bisogni. Sono contento di poter essere utile».
Edwin, un diploma conseguito nel suo Paese alla Obeidu Secondary School, si è iscritto all’università di Siena per frequentare i corsi di Scienze politiche. È quasi arrivato in fondo, con la preparazione di una tesi sull'Africa. Buona la media delle votazioni, dove spiccano il 30 sulla storia dell’Africa e il 28 in quella dell’Asia.
Edwin nel suo lavoro di preparazione delle tesi racconta con orgoglio e senza retorica la sua storia di migrante ma guarda ai problemi che l’immigrazione fa emergere nella realtà del nostro Paese. «A me interessa – prosegue – che si parli di noi. Si parli pure male degli immigrati, l’importante però che si discuta del tema immigrazione. Si devono aiutare quelli che sono qui, istruiamoli, formiamoli e poi saranno loro in grado di aiutare l’Africa. Bisogna fare in modo che le persone riescano ad integrarsi ma non sempre ci riescono pur vivendo qui da anni. Penso che alcuni dei nostri problemi dovrebbero essere risolti qui in Europa».
Una tesi nata dal suo lungo e difficile viaggio fino a Siena dal titolo «Africa must unite», tema oggetto di ampi dibattiti anche in molti Paesi del Continente africano. Relatore il professor Andrea Francioni docente di Storia delle relazioni internazionali al Dipartimento di scienze politiche. E dottore di ricerca proprio in Storia dell’Africa. Cuore della tesi la situazione attuale del Continente. In particolare spiega il professor Francioni «si guarda con molta attenzione al dibattito tra gli intellettuali di molti Paesi del Continente che si chiedono cosa sia possibile fare per recuperare la loro identità stravolta dal colonialismo» ma anche «come percepiscono se stessi rispetto all’Europa».
La discussione del lavoro accademico potrebbe avvenire già il prossimo dicembre. «Al più tardi – spiega con un sorriso Edwin – nell’aprile 2023».
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