DOPO LE BRACCIA DELLA DC DOVE ANDREMO A FINIRE?

Caro  Direttore, ai tempi della prma repubblica, era usanza, abbastanza diffusa, nei momenti piú difficili della vita politica, di rifugiarsi, con il voto, fra le premurose grandi braccia della madre democristiana.
Nei tempi attuali, considerata la disgregazione di quasi tutte le formazioni politiche, e constatata la particolaritá del sistema elettorale, buon senso consiglierebbe, come in parte é avvenuto, di concentrare i consensi verso le formazioni maggiori. Chi ha una ideologia ben radicata potrá preferire i grillini, il popolo della libertá o la sinistra storica, che oggi si identifica nella convivenza dei comunisti moderati e della sinistra democristiana di estrazione cattolica. E la presenza di queste due componenti, sinistra e area cattolica, diventa il naturale rifugio per quanti non sono convinti dalla novità dei grillini o dalle mille contraddizioni del centro destra.
Ma, a ben guardare, si resta smarriti anche di fronte alle tante stranezze del PD.
E questo, da nord a sud, da Roma alla Sicilia, da Palermo a Ragusa.
Gli scandali, e i tentativi di coprire tutto con un velo di omertoso distacco, non mancano, da quello del  Monte dei Paschi a quello di Penati, da quello di Lusi ai fatti recenti di Patti.
La coesisteenza pacifica all’interno del partito è utopia: a Roma stanno cercando tutti l’agenzia che dovrà  curare le esequie di Bersani, invece di decretare l’ormai incontrovertibile leadership di Renzi parlano di nuovo di primarie, tutti quelli che erano vicini a Bersani, quindi concausa della mancata vittoria, sono lestissimi a tentare di riciclarsi, i dinosauri cercheranno di ottenere  un ennesima deroga per le candidature, le esortazioni di Renzi a eliminare il rimborso ai partiti non ricevono nemmeno una sola voce di condivione.
Guardi cosa succede a Ragusa e resti allibito: si cincischia ancora nel trovare improbabili candidature da contrapporre a quelle naturali, si fa credere, perdendo tempo, di cercare alleanze con partitini da 1o 2 %, ci si trastulla con comunicati di apertura di nuovi circoli e palermitane  inascoltate intimazioni di soprassedere alle contrapposizioni, considerato il momento.
Si é arrivati, per come si legge sulla stampa, addirittura all’indegno e indecoroso spettacolo di una furibonda lite in consiglio comunale fra due esponenti del partito, senza che si sia levata, al di là del velo pietoso steso sulla questione, come ha fatto il Suo giornale, non una sola voce dei dirigenti il partito, dirimente o, almeno, chiarificatrice e foriera delle necessarie scuse per l’anormale comportamento di suoi esponenti.
Tutto questo, non solo allontana la gente dalla politica, ma gli rende inviso il  partito.
In quali braccia dovremo andare a finire ?
Lettera firmata

 

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