Donnafugata: chi sarà il castellano? Ecco la commissione che valuterà del tre proposte. Il Comune: “Massima trasparenza, rigettiamo accuse infondate”. VIDEO

Quali delle tre proposte presentate per la gestione, tramite partnenariato pubblico-privato, del Castello di Donnafugata vincerà? Lo stabilirà un’apposita commissione nominata dal Comune di Ragusa con mebri tutti esterni al territorio ibleo e di chiara professionalità. L’ha spiegato stamani in conferenza stampa il sindaco Peppe Cassì assieme agli assessori comunali e al dirigente Puglisi che sta seguendo l’iter delle varie procedure. La commissione di valutazione sarà composta dalla dott.ssa Cavallaro Maria Cristina, Professore diritto amministrativo, facoltà di Giurisprudenza Università di Palermo; dott.ssa Longo Maria Cristina, Professore Economia e Gestione delle Imprese, Università di Catania; dott.ssa Vitale Maria Rosaria, Professore Teoria e storia del restauro, Struttura didattica speciale di architettura di Siracusa; dott.ssa Noto Valentina, direttrice del Castello Ursino e del sistema Museale di Catania; dott. Milella Franco, esperto delle nuove forme di partenariato pubblico-privato, Bari.

Dovranno valutare le tre proposte giunte nei tempi a partire dalla prima, cioè quella presentata da Civita e Logos, poi quelle giunte dopo, ovvero quella avanzata dalla Provincia e da alcune associazioni (che mirano alla costituzione di una fondazione) ed ancora la terza proposta, quella giunta dalla Pro Loco presieduta da Mario Papa, dall’associazione 365 gradi presieduta da Ciccio Barone e da altri privati tra cui il gruppo Conti (Koala Maxi).

Il sindaco Cassì ha voluto ricordare i recenti momenti di polemica, compreso l’annuncio di esposti alla magistratura. A fine incontro ha rilasciato queste dichiarazioni : “Donnafugata, a che punto siamo? Tra le polemiche e le minacce di esposti, “svuotate” dall’unanime conferma della correttezza delle procedure seguite per applicare il Partenariato Speciale Pubblico-Privato, un istituto giuridico nuovo e che quindi può essere stato mal compreso da qualcuno, i 60 giorni di avviso pubblico sono scaduti”.

Cassì ha comunque ribadito che, al di là di chi vinca, sarà comunque positivo per il Castello di Donnafugata e per lo stesso Comune perché i costi saranno a carico dei privati.

“Prima di illustrare i prossimi passaggi, lasciatemi esprimere soddisfazione: chiunque sarà il soggetto individuato, Donnafugata riceverà nuove risorse private per personale, promozione e manutenzione, solo per fare alcuni esempi – ha detto Cassì – Ai dipendenti comunali stanziati a Donnafugata va fatto un plauso per il lavoro svolto in questi anni, ma non c’è dubbio che il Castello debba essere messo nelle condizioni di esprimere ancora di più il suo potenziale”.

Il Castello diventerà privato? Smentita questa affermazione. Cassì ha detto: “Contrariamente a ciò che alcuni hanno affermato, ribadisco che la proprietà del Castello rimarrà pubblica e che tutte le decisioni dovranno essere prese in accordo con il Comune. Smontata anche, da tempo, la sciocchezza colossale della “svendita per 30.000€”: investimenti e risorse private previste sono pari a svariati milioni di euro. Adesso occorre individuare la proposta migliore e non sarà certo il sindaco o la componente politica a scegliere. Come stabilito dal Codice degli appalti, il nostro dirigente ai Beni culturali ha nominato i membri di una apposita commissione che avrà il compito di comparare le tre proposte ricevute, indicare la migliore e avviare una fase di concertazione con il proponente, per arrivare a una bozza di accordo che potrà includere gli aspetti migliori di tutte le proposte ricevute. La bozza dovrà essere poi sottoposta a Giunta e Consiglio comunale”.

E sulla mancata trasparenza del bando, cavallo di battaglia delle opposizioni, l’Amministrazione comunale ha ribadito invece che è stato fatto tutto a norma di legge: “Avviso, commissione, valutazione, concertazione, bozza di accordo, giunta e consiglio: applichiamo fin dal principio una procedura complessa ma trasparente e stabilita dalla legge, altro che “sotto silenzio”. L’obiettivo resta infatti solo uno: così come accaduto in tante città d’arte, vogliamo usare gli strumenti giuridici preposti per attuare una co-gestione pubblico-privata che valorizzi il nostro patrimonio. Se cresce il Castello crescono i visitatori, cresce l’indotto turistico, cresce il territorio”. Ed allora buon lavoro alla commissione e, come si dice in questi casi, vinca il migliore. foto di Salvo Bracchitta

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