DISCARICA C.DA TABUNA: UN’INCOMPIUTA SENZA SPERANZA?

Non so quanti cittadini siano a conoscenza dell’esistenza di una particolare incompiuta della nostra città. Mi riferisco a circa 48.000 mq di terreno e ad una volumetria di circa 227.000 mc di una discarica per inerti nel tessuto urbano della nostra città che potrebbe ospitare materiali di risulta dei lavori edili e riqualificare il terreno adiacente la Colacem in contrada Tabuna.

 

Le difficoltà attuali delle imprese edilizie e i fatti di cronaca recenti riportano l’attenzione sull’urgenza di disporre dell’impianto che però risulta ad oggi, dopo anni, inutilizzabile con il rischio ulteriore di bruciare spese e finanziamenti (già in gran parte effettuati), progetti ed incarichi vari.

 

Poiché le ultime notizie ufficiali relative alle autorizzazioni necessarie all’apertura risalgono ad una lettera dell’Amministrazione comunale – nota n. 111388 del 20 dicembre 2010 all’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente – Dipartimento regionale dell’Ambiente – per sollecitare il provvedimento relativo al rilascio del parere di Valutazione di Impatto Ambientale e poi ad una conferenza di servizio dello scorso maggio tenutasi presso l’Assessorato competente a Palermo,

oggi, a sei mesi di distanza da quest’ultima, l’unica certezza sembra essere un’ edizione moderna del Fu Mattia Pascal ! Il terreno su cui è costruita la discarica è in comodato e dal 1 gennaio 2012 tornerà ai proprietari, e da quel giorno di chi sarà la discarica ? o dovremo dire che si vede , ma non esiste!        

 

Per quanto sopra si chiede

 

 

  1.  quali atti siano stati compiuti dall’Amministrazione per attivare l’impianto;
  2.  se l’impianto sia conforme alla normativa vigente e, in caso negativo, che cosa, chi e con quali fondi dovrà adeguarlo;
  3.  se, nel caso risultasse di fatto impossibile ottenere le previste autorizzazioni, l’area e la struttura potranno essere utilizzate dal Comune e con quali finalità;
  4. se a fine comodato si intende stipulare e registrare contratto di affitto con la ditta proprietaria;
  5. se la struttura dovesse cessare di essere nella disponibilità dell’Ente, quale sarà la destinazione della stessa e se l’Ente avrà diritto a risarcimenti;
  6. se vi siano in corso contratti e incarichi relativi e quale sia la loro scadenza;
  7. quali e a quanto ammontano le somme ad oggi utilizzate per l’impianto non entrato in esercizio.

 

Si richiede risposta scritta e orale in consiglio.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it