DISAGIO ADOLESCENZIALE USO DI ALCOOL E DROGHE IN AUMENTO

Apatia, sbalzi di umore, frequente conflittualità con il mondo degli adulti, disinteresse per il percorso scolastico, disturbi alimentari: sono questi i primi segni di un malessere, che coinvolge fasce sempre più giovani e che spesso viene indicato con l’espressione “disagio giovanile”.

Ci si riferisce così al mondo dei giovani ed ai suoi svariati e complessi aspetti. Allarmanti sono i dati relativi all’uso di droghe e superalcolici, che ci inducono a riflettere anche sul ruolo dei genitori e degli adulti nella società odierna.
Nella cultura degli adolescenti il consumo di bevande alcoliche è diventato abituale, in quanto i giovani non ricercano più un gusto particolare, ma il loro obiettivo è l’effetto che si ha abusandone e il conseguimento di uno stato di benessere ed euforia. Nell’ambito adolescenziale per consumo di alcool non ci si riferisce più a birra o vino, bensì a superalcolici molto potenti. Alcuni dati indicano che il 75% degli italiani consuma alcool, di cui già nel 2000 817.000 giovani di età inferiore ai 17 anni e 400.000 con problemi di alcolismo.
Il 7% di giovani dichiara di ubriacarsi almeno tre volte a settimana: ciò comporta rischi per se stessi e per chi li circonda. L’uso esagerato di alcool, infatti, provoca incidenti stradali, episodi di violenza e anche l’aumento di malattie come tumori, cirrosi epatiche e malattie croniche.
La maggior parte delle vittime dell’alcool è causata dalle cosiddette “stragi del sabato sera” che molto spesso coinvolgono, tragicamente, persone innocenti. I dati ISTAT prendono in esame la fascia oraria che va da mezzanotte alle sette del mattino, ore in cui si verificano più di 700 vittime, le quali rappresentano il 12% dei decessi legati ad incidenti stradali, con prevalenza di vittime di età inferiore ai 30 anni.
I ragazzi sono sempre alla ricerca di sensazioni forti che, condite con le giuste dosi di alcool e/o droga, portano al raggiungimento del cosiddetto “sballo totale”, situazione che li porta ad essere appesi ad un sottile filo, in bilico tra vita e la morte.
Accanto all’uso di superalcolici è aumentato anche l’uso di droghe. Infatti 4 studenti su 1.000 fanno uso frequente di eroina e di cocaina e 69 italiani su 1.000 ne hanno fatto uso almeno una volta nella vita di cui il 25% ha provato da 17 anni in giù, il 50% fra i 18 e i 20 anni e il resto da 21 anni in su. Chi prova presto droghe, va avanti. Lo dicono i numeri: 2 ragazzi su 10, tra quelli che ne fanno uso, sostiene di avere utilizzato stupefacenti ancor prima dei 14 anni.
Le ragazze non sono da meno e tendono sempre più ad eguagliare la figura ma-schile anche con un consumo precoce di alcool.

Malattie legate all’uso di droghe sono l’HIV, l’epatite B, l’epatite C e disturbi psichiatrici. Numerose le cause che portano gli adolescenti all’uso di alcool e droghe: la timidezza, il voler adattarsi ad un gruppo di amici e sentirsi grandi o, soprattutto, la fuga… il voler dimenticare almeno per un po’ i problemi quotidiani, magari legati alla famiglia o alla mancanza di un “senso ” da dare alla vita.

Nel rapporto giovani-droga il ruolo della famiglia e della sua armonia rappresentano importanti variabili: i giovani che vivono da soli e che hanno fatto uso di droghe sono circa il 24%, la percentuale di quelli che vivono in famiglia è maggiore, aggirandosi intorno al 30%. Nel primo caso si riscontra la mancanza di contatto diretto con i genitori. Ciò com-porta la ricerca di nuove e particolari esperienze, anche pericolose per se stessi e per gli altri, con l’unico scopo di colmare il vuoto dei loro animi. Nel secondo caso si può ipotizzare un mancato o sbagliato rapporto con i genitori i quali non sono riusciti a svolgere il proprio ruolo, facendo crescere il ragazzo in un ambiente di assoluta libertà non vigilata.
Come aiutare i giovani? E’ difficile trovare soluzioni… Una soluzione a questi pro-blemi potrebbe essere un maggior dialogo con i genitori che dovrebbero cercare di rendere più responsabili i propri figli. Responsabilizzare i propri figli non significa necessariamente soltanto imporre loro delle regole e degli obblighi, perché, comunque, molti di loro riescono in qualche modo a disubbidire, ma significa anche metterli a conoscenza della realtà, dei rischi e pericoli legati alle devianze… include la ricerca faticosa di instaurare con loro un rapporto di fiducia e comprensione reciproca.
Spesso i genitori sono impreparati a tale compito. Pensano prima di tutto a garantire una sicurezza economica, ma non riescono a trasmettere valori per cui valga la pena vivere e
costruire un progetto di vita. Anche la comunità ha le sue responsabilità, in quanto non ci sono più delle vere relazioni sociali per cui i problemi del singolo non vengono più condivisi, generando un oceano di solitudine. E così i giovani si disorientano… vedono i loro problemi sempre più insuperabili… si sentono già falliti … come se non potessero essere protagonisti della loro vita.

 

 

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