“Detti e rimedi di un tempo che fu”, “Gli amici ro Cuozzu” donano agli studenti dell’istituto comprensivo di Giarratana un piccolo libro sui modi di dire

Si intitola “Detti e rimedi di un tempo che fu (tutto quello che ricordavano mamma e papà)” il libriccino di Giovanni Liali che l’associazione culturale “Gli amici ro Cuozzu” ha fatto ristampare e distribuire a tutti gli studenti, d’accordo con il dirigente scolastico Claudio Linguanti, dell’istituto comprensivo Luigi Capuana di Giarratana. Un regalo particolarmente gradito in concomitanza con la conclusione della stagione scolastica che è arrivato a ogni alunno in piena sicurezza. Il presidente dell’associazione, Rosario Linguanti, e il vice, Salvatore Scollo, assieme all’autore, hanno incontrato il preside per illustrare le ragioni di questo dono.

“Ci ha colpito una frase di Dumitru Novac, che non a caso abbiamo utilizzato come slogan di questa iniziativa – spiega Linguanti – e cioè che “Abbiamo bisogno di sentire il profumo del passato per dare il giusto valore al presente”. Ecco perché, dopo avere sfogliato per caso l’opuscolo di Liali, in cui sono riportati i detti di altri tempi, vero e proprio patrimonio del modo di pensare dei nostri nonni, abbiamo deciso che questo sforzo creativo e di raccolta di varie testimonianze, non avrebbe dovuto essere sprecato.

Quindi, l’associazione si è adoperata per ristamparlo in una veste gradevole e, donandolo agli studenti, abbiamo cercato di fare in modo che potesse arrivare, così come in effetti sta accadendo, in ogni abitazione di Giarratana. Attraverso i ragazzini, anche i genitori avranno modo di rivivere uno spaccato dei modi di dire del paese in cui sono cresciuti per spiccare il volo verso la vita.

Tra l’altro, il libriccino è arricchito da una serie di nenie recitate in occasioni particolari (come, ad esempio, per legare i cani quando abbaiavano o per togliere il dolore di testa causato dal colpo di sole), senza dimenticare una sezione dedicata alle cosiddette “nciurie”, cioè i nomignoli che una volta permettevano di riconoscere, meglio dei cognomi, ogni famiglia. Un lavoro apprezzabile quello di Liali che ha tratto queste testimonianze soprattutto dai propri genitori per lasciare ai posteri uno spaccato di vita quotidiana, un modo tutto originale di interpretare quello che accadeva tutto intorno alle persone di allora. Ancora oggi alcuni “detti” sembrano talmente attuali da fare rimanere sbalorditi”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it