È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
DALL’OPERA NAZIONALE BALILLA AD OGGI
06 Mag 2017 15:08
Dopo la prima guerra mondiale, in Italia nacque movimento politico di carattere , rivoluzionario e nazionalista che rifiutava i principi della democrazia liberale.
Questo movimento politico chiamato “Fascismo” fu capeggiato da Benito Mussolini che raggiunse il potere nel 1922 con la Marcia su Roma. Solamente tre anni dopo, alla prima fase legalitaria si sostituì la fase totalitaria che cambiò radicalmente lo stile di vita e i costumi della società .
Mussolini intento a dimostrare non solo che in Italia era tornato l’ordine, ma che l’interesse primario era affrontare i problemi importanti come l’istruzione , e lo fa con la riforma di Giovanni Gentile ,che venne varata nel 1023 ,egli non creò una scuola fascista ma “Gentiliana” uno dei motivi per cui lo stesso accettò l’incarico fu quello di avere piena libertà ,imposizione assai risicata per i tempi , vennero infatti predilette le materie classiche e la preparazione culturale dei giovani .
La scuola elementare era gratuita ed obbligatoria e bisognava fare degli esami di Stato per accedere ai corsi superiori .Questa nuova organizzazione schematica dell’educazione scolastica apriva verso il futuro culturale e professionale che indirizzava già da subito verso una propria meta.
Furono introdotti alcuni testi <<Mussolini è nato da famiglia povera e viene dalla miseria ,lui è il Duce ma puoi chiamarlo babbo >> nel “libro fascista del Balilla” di Vincenzo Meletti adottato come testo unico in tutte le scuole italiane nel 1934 .
Tante furono le materie introdotte dall’educazione fisica alla cultura militare ,nel 1941 il Ministro Bottai introdusse “La carta della scuola “ al fine di riformare e riorganizzare al meglio il sistema scolastico, ma la caduta del Fascismo negli anni a seguire non diedero seguito alla riforma.
Dal 1968 ad oggi la scuola italiana subisce una serie di nuove strutturazioni l’università viene aperta a tutti , dopo aver conseguito il diploma . Dopo il 74 fu Enrico Berlinguer a tentare un progetto di riforma ,si palesava già la mancanza di contenuti, l’intento era quello di ridare struttura al sistema scolastico , ma le diatribe tra destra e sinistra non portarono a nulla di fatto .
Oggi il quadro della Scuola Italiana , appare abbastanza chiaro. Già con la riforma Gelmini ,e la messa in campo di una serie di azioni mirate al taglio della spesa , che hanno gettato in seria difficoltà l’intero settore , si hanno scuole strutturalmente vecchie ed il 24,7% degli alunni di 15 anni non supera il livello minimo di competenze in matematica e il 19,5% in lettura, (Programme for International Student Assessment) il nostro Paese si colloca al ventiquattresimo posto su 34 Paesi Ocse nella classifica che misura il livello di competenze minime di bambini e ragazzi.
Con la Legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”, pubblicata il 13 luglio del 2015 sulla Gazzetta Ufficiale l’articolo composto da 212 commi ,si è riproposto un nuovo modello che non ha cambiato proprio nulla .Sarebbe ,scorretto non ammettere l’impegno del Ministero dell’istruzione ma non basta . Dal Digitale ai progetti Scuola- Lavoro , le speranze per il futuro dei giovani ,sono lontane , che nel Gennaio 2017 hanno visto salire al 41,1% i tassi di disoccupazione in Italia . Giovani che non acquisiscono , professionalità che proietti nel mondo del lavoro e non basta il consiglio di Papa Francesco ai disoccupati: “Inventatevi un lavoro, come ho fatto io” dicendo in altra occasione << abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento, perché lentamente li abbiamo emarginati dalla vita pubblica obbligandoli a emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono o che non permettono loro di proiettarsi in un domani. Abbiamo privilegiato la speculazione invece di lavori dignitosi e genuini che permettano loro di essere protagonisti attivi nella vita della nostra società”.
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