Dai detenuti di Ragusa le mascherine realizzate a mano in dono alle case di cura per anziani di Ragusa

Abbattere ogni confine fisico, accorciare le distanze nel nome della solidarietà. Accade persino all’interno di una casa circondariale. A Ragusa il progetto Chiamate alle Arti continua nel suo scopo: creare un legame, seppur a distanza, tra chi vuole mettere a disposizione il proprio tempo e la propria manualità nel cucire mascherine da donare e chi ne ha bisogno, come gli anziani nelle case di cura, le associazioni socio-sanitarie, le forze dell’ordine. Uno scambio fisico, ma soprattutto di buoni sentimenti che ha coinvolto anche i detenuti della casa circondariale di Ragusa che, da destinatari iniziali delle mascherine realizzate dai cittadini volontari partecipanti al progetto, sono diventati loro stessi realizzatori.

Dopo settimane di “taglio e cucito”, adesso l’impegno dei detenuti si concretizza: le mascherine realizzate sono state infatti donate agli anziani delle case di cura – la consegna è avvenuta tramite don Giorgio Occhipinti dell’Ufficio per la Pastorale della Salute di Ragusa tra i sostenitori di Chiamata alle Arti. Grande emozione tra i detenuti che in queste settimane hanno lavorato con dedizione ed entusiasmo, anche grazie alla generosità del negozio Triumph di Corallo di Ragusa che ha donato alla casa circondariale iblea una macchina da cucire Singer proprio per permettere ai detenuti di realizzare le mascherine.

I tessuti sono stati invece recuperati nei magazzini dello stesso istituto penitenziario. Molto soddisfatti i promotori dell’iniziativa: l’associazione di comicoterapia Ci Ridiamo Sù di Ragusa, Sergio Firrincieli e ovviamente i vertici dell’istituto penitenziario, il comandante responsabile dell’Area Sicurezza della Penitenziaria, dirigente aggiunto Chiara Morales, la direttrice del carcere Giovanna Maltese e tutto il personale. Emozionati anche i destinatari di questa bella iniziativa di solidarietà, gli anziani delle case di cura, che grazie all’altruismo e alla buona volontà di detenuti generosi e operosi hanno a disposizione gratuitamente le mascherine. Insomma la solidarietà mostra ancora una volta di saper superare ogni confine fisico, ogni pregiudizio.

Un messaggio importante che ha suscitato l’interesse dell’emittente radiofonica Radio Vaticana che ha dedicato uno spazio al progetto: “Siamo di fronte a una comunità che fa sentire la sua voce – ha commentato Fabio Ferrito presidente di Ci Ridiamo Su, durante la trasmissione I Cellanti – Chiamata alle Arti ci sta mettendo davanti a uno scambio umano meraviglioso soprattutto per noi che lo riceviamo, ci sta dando la possibilità di vedere mani veloci, occhi frizzanti, cuori generosi: tutta la comunità sta partecipando con interesse, con passione, arrivando a produrre finora migliaia di mascherine. La partecipazione dei detenuti ci ha insegnato quanta umanità e quanta disponibilità può esserci anche in un istituto penitenziario all’interno del quale il progetto è divenuto un modo per i detenuti, che si sentono come un ponte tra il mondo fuori e il mondo dentro, per far sentire la loro voce”.

L’iniziativa è svolta in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale della Salute e con la Diocesi di Ragusa e da subito ha trovato l’adesione di diversi partner: Consorzio Revisioni Avir, Officine Avir, Gemini Service, Centro Copigrafico Eliosprint, Legnami Guastella, Farmacia Nicosia, Decor Iblea, 2G Ricami, Gi.St.El. Plast, Iblea Oggetti, Siet, Panificio Distefano, Triumph, Luca Tumino Art’s e MediaLive.

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