Un’alleanza per la salute e la prevenzione. È quella siglata questa mattina tra l’ASP di Ragusa e le dodici sezioni comunali dell’Avis, con un protocollo d’intesa biennale che punta a rafforzare la cultura della prevenzione nel territorio ibleo, attraverso il potenziamento degli screening oncologici e delle campagne vaccinali. L’accordo, firmato dal direttore generale dell’ASP, Giuseppe […]
Criticò il sindaco di Scicli su Facebook: assoluzione piena. Il giudice le dà ragione
10 Ott 2025 06:30
Assolta perché il fatto non sussiste. Il sindaco di Scicli, Mario Marino si era costituito parte civile dopo che aveva querelato una trentenne che attraverso i social aveva criticato il suo operato. La questione al centro delle proteste raccontate dalla donna a settembre del 2023, attraverso un profilo social, era incentrata sulla mancanza di sicurezza in via Aleardi a Scicli.
La vicenda
Una lunga storia raccontata dalla donna, a tratti anche con veemenza, in cui prima ammetteva che quando si era lamentata pubblicamente per alcune questioni – come la raccolta della spazzatura – era stata avvicinata da qualcuno dell’entourage del sindaco e accompagnata ad un confronto con lo stesso primo cittadino che qualcosa l’aveva poi fatta anche se “a scoppio ritardato”. La donna, difesa dall’avvocato Italo Alia, diceva che il primo cittadino in campagna elettorale era molto presente, e che ripubblicava le sue storie “quando faceva pubblicità ai giovani per votarlo”, ma che avrebbe cambiato registro quando quelle storie contenevano critiche. E la maggiore veemenza giovane donna la riservava alla mancanza di sicurezza a Scicli, al suo timore di chiudere il suo esercizio commerciale di sera e di uscire al buio, criticando la poca incisività del sindaco nelle richieste alla Prefettura e alle forze dell’Ordine di un impegno maggiore sul territorio
La querela del Sindaco
Il sindaco l’aveva quindi querelata e si era costituito parte civile attraverso gli avvocati Gabriele Melfi e Carola Giardina. Il giudice Francesco Pitarresi ha assolto la donna dal reato di diffamazione aggravata dall’utilizzo dei social perché il fatto non sussiste, 90 giorni per la motivazione. La Pubblica accusa rappresentata in udienza dal Pm Concetta Vindigni ne aveva chiesto la condanna a 6 mesi
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