Covid-19, il 41 bis si fa a casa

Sono 376 i detenuti legati alle cosche mafiose che tra marzo ed aprile sono stati mandati a casa per motivi di salute. Tra questi sono 4 i boss condannati al regime di carcere duro, il 41 bis, che sono stati messi agli arresti domiciliari sempre a causa dell’emergenza Covid-19.

Come ha avuto modo di esprimere il giornalista e presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Claudio Fava (VEDI L’INTERVISTA DI RAGUSAOGGI), intervistato dalla nostra testata anche una decina di giorni fa, ”….il regime stesso del 41bis comporta un livello di isolamento e di distanziamento sociale che dovrebbe essere la miglior tutela contro il rischio di un contagio…”.

E allora come mai tutta questa fretta nello scarcerare boss che hanno fatto la storia della mafia?
Tantissime le critiche giunte da più parti che hanno di fatto spinto ulteriormente alle dimissioni di Bisentini, ex capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria italiana, che già di fatto era al centro di numerose polemiche dopo le rivolte scoppiate nei penitenziari italiani a marzo.

Il Ministro della giustizia Bonafede ha nominato come nuovo vice capo Roberto Tartaglia ed il nuovo direttore Dino Petralia. L’ex sostituto procuratore della Repubblica a Palermo, Tartaglia, avrà subito il difficile compito di esaminare i fascicoli degli scarcerati uno ad uno, tra questi anche il nutrito elenco di boss di vario spessore mafioso che oggi vivono tranquillamente ai domiciliari, per di più nei loro territori.

Le preoccupazioni dei pm, e di fatto di una fetta importante di cittadinanza, riguardano soprattutto i nomi di spicco inseriti in questa famigerata lista, boss che i pm tengono a precisare ”…riescono a comunicare spesso dal carcere, figurarsi da casa loro…”.
Speriamo che il nuovo corso del Dap dia subito i primi frutti e faccia chiarezza una volta su tutte sull’effettiva necessità di scarcerazioni.

Marco Dell’Albani

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