È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
CORRETTA FORMAZIONE ED INFORMAZIONE NELL’ACCOSTARSI AL CIBO
06 Apr 2011 06:10
Trovare una correlazione “convincente” tra il cibo e la nostra psiche. Se da una parte tale connubio potrebbe apparire scontato, soprattutto se riferito alle tante patologie che si celano dietro il rapporto che si ha con il cibo, in altri casi potrebbe apparire un accostamento forzato, se non addirittura fuori luogo. A cercare di far luce su questi aspetti, contemperando anche i chiaro scuri che si possono occultare dietro questo tandem cibo-psiche, il centro di nutrizione Nutricare che, in collaborazione con il Moica e l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Ragusa, ha organizzato, nell’ambito del mese della prevenzione, una conferenza sul tema “Prevenzione e cura delle problematiche cibo-correlate: come nutrire il corpo e la mente” che si è tenuta martedi pomeriggio al Centro Servizi Culturali di Ragusa. Ad aprire i lavori è stata la presidente del Moica, Giovannella Spina Barbagallo che si è soffermata sull’importanza di una corretta informazione e formazione nell’accostarsi al cibo affinchè sia sempre un piacere e non sfoci nell’assunzione patologica che comprometterebbe anche la psiche e il rapporto che si ha con il mondo esterno. Da questo principio si evince l’interesse che il Moica da sempre ha dimostrato a tali iniziative che inducono a una riflessione collettiva, ma soprattutto a conoscere i corretti stili di vita, anche alimentari. Principio che è stato ribadito da Rocco Bitetti, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ragusa e medico di medicina generale, che ha sottolineato come, per comprendere la giusta correlazione tra cibo e benessere, si deve partire dall’assunto che bisogna “mangiare per vivere e non vivere per mangiare”. “E’ necessario – ha sottolineato il dottor Bitetti – non tanto aderire ad un regime “temporaneo”, ma ad uno stile di vita per evitare alti e bassi ponderali con conseguente squilibrio del sistema ormonale. Da mettere al bando, comunque, le “monodiete” che in passato hanno determinato l’accumulo di sostanze in eccesso, ed anche le cosiddette “diete degli atleti” in cui si ha un sovraccarico di nutrienti non necessari (come le proteine). L’importanza – ha concluso il dottor Bitetti – è la presenza di una persona esterna, un professionista, in grado di accompagnare in un percorso che mira a raggiungere un adeguato stile di alimentazione, che include anche il benessere complessivo”.
Ma alla fine perché mangiamo? E’ la domanda a cui ha tentato di dare una risposta la dottoressa in dietetica e nutrizione Marisa Saia. “Spesso comunichiamo attraverso il cibo, socializziamo a tavola; molte volte addirittura cibiamo la nostre mente, un nostro bisogno, ma prima di ogni altra cosa, nutriamo il nostro corpo. Ma tutto ciò avviene, ed è un percorso sano, se l’approccio non è patologico; in caso lo fosse sarebbe bene procedere con una ri-educazione alimentare per riscoprire il piacere di curarsi attraverso il cibo. Ovviamente, da sottolineare, anche il fatto che dietro qualunque abuso di cibo si cela una patologia, infatti va operata una differenza tra malattia acuta e cronica in relazione al cibo, scegliendo sempre e comunque di seguire la “dieta mediterranea” che rappresenta la sintesi di benessere, nutrimento e gusto”. Il rapporto con il cibo, può essere visto come metafora della relazione con “l’altro”. E’ stato l’argomento affrontato dalla dottoressa Daniela Maimone, psicologa e psicoterapeuta, che ha illustrato, con supporti video, la correlazione esistente tra le varie stagioni della vita di una persona con l’alternarsi e l’evolversi, o l’involversi in taluni casi, dei bisogni, destinando al cibo un’attenzione “ patologica”, che serve a celare altri bisogni. “Può accadere infatti che il cibo – ha proseguito la Maimone – possa essere svuotato della sua funzione primaria e diventi eccessivamente odiato o amato, con le conseguenze patologiche ben note. Ecco perché è necessario procedere con un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica per ritrovare il filo del non detto”.
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