Coronavirus: i contagi sono ai livelli di marzo, ma nel frattempo lo scenario è mutato. Ecco perchè

E’ stato inevitabilmente il titolo di ieri, rilanciato da tv, giornali e agenzie: i nuovi contagi in Italia, 4.458 in 24 ore, sono tornati al livello di marzo, il mese piu’ terribile della pandemia. Un paragone che impressiona, ma che rischia di essere fuorviante.

Perche’ nel frattempo e’ cambiato tutto, e un parallelo che non ne tenga conto somiglierebbe molto al proverbiale paragone tra mele e pere. Allora bisogna riavvolgere il nastro, e tornare al 18 marzo scorso. L’Italia e’ chiusa in casa da 9 giorni, e a Bergamo, come gli italiani scopriranno sgomenti il giorno dopo, i camion dell’esercito sfilano carichi di bare in una notte spettrale. Non a caso proprio il 18 marzo, per la forza simbolica di quel momento, e’ stato scelto come data per commemorare le vittime del Covid.

Eppure, quel giorno si contavano 4.207 nuovi casi, persino meno di quelli registrati ieri. Il resto, pero’, e’ tutto diverso. I ricoverati in regime ordinario erano gia’ 14mila (oggi sono 3.925) e i casi piu’ gravi, in terapia intensiva, erano 2.257 (oggi 358), con una crescita spaventosa che si sarebbe arrestata un mese dopo con il picco di oltre 4mila terapie intensive occupate.

In un solo giorno gli ospedali avevano accolto 1.469 pazienti, ieri l’aumento e’ stato di 143, e le terapie intensive facevano spazio a ben 197 malati gravi in piu’ del giorno prima, ieri 21. Imparagonabili anche i decessi: il 18 marzo il lugubre bollettino quotidiano letto nel pomeriggio in Protezione Civile contava 475 vittime, ieri sono state 22. E ancora: il 18 marzo registravamo il 24,5% dei nuovi pazienti positivi come severi (da ricovero) e il 4,6% come critici (da terapia intensiva).

Gli asintomatici erano una sparuta minoranza. Ora abbiamo il 5,37% di casi severi e lo 0,46% di critici, e gli asintomatici sono ampiamente oltre il 50%. Perche’? Spesso in questi mesi si e’ parlato di virus “mutato”, in qualche misura raddolcito per adattarsi all’ospite. Un’ipotesi che tutti accoglierebbero con sollievo, ma che non ha alcuna conferma ne’ sul piano della ricerca ne’ su quello dell’osservazione empirica. Sars-Cov-2 e’ rimasto quello dei camion militari.

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