COOP. RINASCITA: DIFENDIAMO IL VALORE DI UNA STORIA CONTADINA

Farebbero bene i portatori (sani) dell’assalto alla Cooperativa Rinascita, che si sono mossi e commossi per le  sorti della storica struttura dell’associazionismo contadino di Vittoria , di  evitare di assegnare valenze politiche di carattere generale alla vicenda e a  questa crisi interna che la travaglia. Le condizioni di Agrisud sono sotto gli occhi di tutti per suggerire confronti. Eppure molti, che mai hanno osato profferire parola sulla storia fallimentare di molte delle strutture di   commercializzazione a Vittoria, trovano da ridire e blaterare sulle condizioni della Rinascita, che a differenza dalla citata Agrisud e di cento altre come Agrisud, a Vittoria e in Sicilia sono state guidate da gente ammanigliata al sistema di potere dominante, sin dall’epoca dell’assessore Aleppo o del Presidente Cuffaro. Lì è stata prassi normale acchiappare, falsificare, costruire bilanci fraudolenti , senza che alcuno abbia mai sollevato una parola critica. Ispirati e sovrani, alcuni di loro scendono ora a giudicare la Cooperativa Rinascita, che a loro dire avrebbe dovuto da sola vincere la crisi generale dell’agricoltura e superare le difficoltà interne ed esterne che la sovrastano. Sono semplicemente ridicoli e farseschi. La Rinascita rappresenta ancora oggi l’unica struttura associata dove il confronto e il dibattito sono reali e alla luce del giorno. Quale altra struttura può vantarsi di avere fatto altrettanto? Lo stesso aspro confronto interno di queste settimane testimonia della presenza di un humus democratico mai scomparso. Non possono dirlo certamente le strutture dominate dalla Doppia attività, che occupano sovranamente il Mercato Ortofrutticolo e i magazzini esterni, né le strutture fasulle dove l’associazionismo è  solo una finzione per occultare interessi monocratici, come era Agrisud, prima dell’ultimo ennesimo colpo subito…dai produttori. Mai, qualcuno degli attuali censori, ha avuto da  ridire alcunché. Mai. Se le cose stanno così, il dovere della responsabilità che ( ancora ) grava sui gruppi dirigenti di Rinascita deve ritornare a  prevalere su ogni cosa per ripristinare tutte le condizioni di unità e di  agibilità della struttura e per sconfiggere l’ attacco criminale che si esprime e si legge chiaramente nella vile intimidazione indirizzata ai tecnici della Cooperativa, da parte di gente che vuole manovrare la situazione verso esiti di ordine pubblico. Chi vuole strumentalizzare la crisi interna della Cooperativa, intende colpire un patrimonio della Democrazia a Vittoria, che nessun’altra struttura può vantare di avere voluto o saputo praticare , come Rinascita. In questa direzione, si è mossa  ambiguamente  la stessa amministrazione comunale, alla quale interessa solo mettere le mani su un piccolo bacino di voti, attraverso collegamenti trasversali e manovrieri, rivolti al capovolgimento dei gruppi dirigenti, un  vero e proprio golpe, coperto dalla solita ipocrisia pelosa, che nasconde i veri fini eversivi. La legalità nasce invece che dalla criminalizzazione  di Rinascita, dalla difesa della Cooperativa, dalla Democrazia, dal buon senso che i dirigenti devono sapere esercitare, dal rispetto permanente della Legalità nel segno della Trasparenza. I problemi sono presenti da anni,  rispetto ai quali oggi suggerirei alla Dirigenza di disarmare i veri nemici dell’Associazione, che sono i mafiosi e la Doppia Attività, con la prudenza e il dialogo. Interno.  Anche i tecnici, questi tecnici, sono un valore della Cooperativa. Non so in passato. Si apra il dialogo e la trattativa, ma attenti, suggerisco ai lavoratori che hanno una vertenza da gestire, a non cercare alleati esterni, che nulla hanno a che vedere con gli interessi dei produttori agricoli e della Cooperava Rinascita, la più antica e gloriosa struttura del Movimento contadino vittoriese.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it