Confagricultura chiede attenzione sulle politiche comunitarie per le imprese agricole. Dipasquale accusa l’assessore regionale Bandiera: “Doveva prorogare il Psr”

Stamattina alla Camera di Commercio di Ragusa al workshop organizzato da Confagricoltura e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali è emersa una discussione che, partendo dal tema della PAC e delle prospettive che si impongono all’attenzione del post 2020, è arrivata a fotografare in modo nitido le problematiche annose che caretterizzano le politiche agricole del nostro Paese, tra lungaggini burocratiche, organismi di pagamento, bandi regionali e ritardi che necessitano del supporto vigoroso e programmatico delle politiche comunitarie. Un confronto qualificato e articolato che ha visto protagonisti *Piero Agen* (*Presidente Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia*), *Antonino Pirrè* (*Presidente Confagricoltura Ragusa*), *Francesco Celestre* (*Presidente Ordine Agronomi Ragusa*), *Corrado Vigo* (*Presidente Ordine Agronomi Sicilia*), *Ettore Pottino* *(Presidente Confagricoltura Sicilia*), *Felice Assenza* (*Direttore Generale Mipaaf*), *Francesco Gurrieri* (*Vice-Direttore Ufficio Pagamenti Diretti Mipaaf*), *Andrea Sesti* (*Presidente Conaf*), *Massimiliano Giansanti* (*Presidente Confagricoltura*) e l’on. *Orazio Ragusa*(*Componente Commissione Attività Produttive all’Ars*).
“L’agricoltura del nostro Paese, priva da sempre di una programmazione vera di politiche agricole, ha bisogno di essere comunitaria, attenta al tema del clima e competitiva”, ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.
“Un’ agricoltura – ha proseguito Giansanti – legata quindi alle politiche comunitarie, dalle quali non possiamo prescindere pensando a ipotesi sciagurate come quella della nazionalizzazione delle politiche agricole. Per quanto riguarda il clima, c’è bisogno di mettere in campo soluzioni operative a livello comunitario per permettere alle aziende di gestire l’instabilità climatica, fonte di perdite di reddito per le imprese. La PAC dovrebbe essere un’integrazione al reddito aziendale, nei fatti è diventato una forma di sussidio. Vero è che le imprese agricole hanno retto meglio l’urto della crisi rispetto ad altri settori, ma oggi perdono sempre più di competitività nel mercato globale”.
“C’è bisogno di sostenere le nostre imprese agricole – ha concluso il presidente di Confagricoltura – e il prossimo governo dovrà battersi a Bruxelles nei tavoli di programmazione di in vista della nuova PAC. L’agricoltura merita rispetto, senza agricoltura non si mangia, senza agricoltura non c’è vita. Meritiamo e pretendiamo rispetto”.
Intervenendo al convegno sul futuro dei fondi PAC, organizzato tra gli altri da Confagricoltura e dall’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali, l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico e segretario alla presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha espresso tutto il suo rammarico per la mancata proroga della sottomisura 4.1 scaduta lo scorso 6 marzo. La 4.1 è uno strumento fondamentale per le imprese agricole siciliane e soprattutto ragusane, per accedere a quei finanziamenti indispensabili per la realizzazione di opere fondiarie.
“E’ stato un errore non prorogare la sottomisura 4.1 – dichiara il parlamentare ibleo – Più volte avevamo chiesto, insieme agli organi ufficiali, Confagricoltura e Ordine dei dottori Agronomi e Forestali in testa, all’assessore all’Agricoltura di non sottovalutare l’importanza di questo strumento e di concedere perciò la suddetta proroga. Più di una volta, in via informale, ho perorato questa causa con l’assessore. Richieste inspiegabilmente cadute nel vuoto, eppure, sottomisure analoghe sono state prorogate senza alcun problema. L’assessore adesso se ne assuma tutta la responsabilità. Sappia, inoltre, che a breve verrà sommerso da una valanga di ricorsi giustissimi e legittimi”.
Infine l’on. Dipasquale ricorda gli errori fatti in merito agli accordi internazionali che stanno penalizzando l’intero settore agricolo. “Così come certi accordi ci vengono imposti dall’alto – prosegue il parlamentare – noi abbiamo l’obbligo e il diritto di rispettare tutte le norme degli accordi, specie quelle salvaguardia. Mi riferisco in particolare agli accordi Euromeditterranei, nei quali è stato disatteso l’art 7, proprio quello sulla tutela dei nostri agricoltori, che subiscono una concorrenza sleale da Stati come il Marocco”.

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