Condannato a 30 anni di carcere Mariano Barresi per l’omicidio della cognata Rosalba dell’Albani

Mariano Barresi, 66enne pensionato, è stato condannato in primo grado di giudizio a 30 anni di carcere (la pubblica accusa ne aveva chiesti 28) per l’omicidio della cognata Rosalba dell’Albani. La Corte di Assise di Siracusa, dopo tre ore e mezza di camera di consiglio ha dato lettura della sentenza. Barresi, uccise con una coltellata che le recise la carotide, la cognata, Rosalba Dell’Albani, a marzo del 2023 a Giarratana, mentre la donna che aveva 52 anni, stava assistendo di notte l’anziana madre che viveva al piano terra dello stesso stabile abitato dalle sue sorelle, una delle quali sposata con l’omicida.

Dopo averla uccisa era ritornato nel suo appartamento, quando per la donna non c’era nulla da fare. L’uomo è stato condannato per omicidio aggravato dall’avere agito in circostanze tali da ostacolare la privata difesa, mentre sono state escluse le aggravanti della premeditazione, dei motivi abbietti e futili e della crudeltà contestate nel capo di imputazione. La Corte d’Assise non ha riconosciuto alcuna attenuante. Barresi è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali, del mantenimento in carcere e delle spese legali delle parti civili, il marito Paolo Fracasso e i tre figli della donna che hanno assistito ad ogni udienza e che erano presenti anche alla lettura odierna della sentenza.

Tra le pene accessorie inflitte a Barresi, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per tutta la durata della pena. Dovrà risarcire il danno parentale (poco meno di 1,3 milioni di euro) da versare al marito e ai tre figli di Rosalba dell’Albani; la Corte lo ha definito “provvisoriamente esecutivo”; dovranno essere rivalutati gli interessi finché le somme non verranno saldate per intero. La Corte ha disposto la confisca delle somme di un conto di Barresi, che erano già state sottoposte a sequestro conservativo. Il danno patrimoniale invece verrà quantificato in separato giudizio.

Entro 90 giorni il deposito delle motivazioni che la difesa dell’uomo, sostenuta dall’avvocato Sergio Crisanti,  attende per presentare eventuale appello; non sarebbero state considerate le attenuanti. Amareggiata la famiglia di Rosalba dell’Albani; pur prendendo atto della sentenza della Corte, l’avvocato Gianluca Nobile che rappresenta il marito e i figli della vittima, manifesta amarezza  “per il fatto che tra le aggravanti sia stata esclusa la premeditazione che riteniamo essere emersa con chiarezza anche nel dibattimento.  Attendiamo comunque di leggere le motivazioni”

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it