CONCLUSA LA SETTIMANA DI INIZIATIVE PER I QUARANT’ANNI DEL CIRS

Il Centro Ibleo di Ricerche Speleo-Idrogeologiche, per celebrare i quarant’anni di attività ha organizzato una serie di iniziative 4, concluse ieri con un’escursione nelle Gole della Stretta.

“È una vallata di alcuni chilometri” – spiega il Presidente del Cirs, Rosario Ruggieri – “in cui scorre un corso d’acqua perenne. È un tratto caratterizzato da versanti molto ravvicinati, verticali, che rendono il sito tra i più belli, scenograficamente parlando, del territorio in cui risiediamo. All’interno della gola, poi, si possono riscontrare una serie di cascate, oltre ai laghetti, tutti a formare un contesto per certi versi unico. Scendendo dal versante, come se non bastasse, la parte finale è costituita da un lago che sfrutta al meglio la formazione rocciosa che si dispone come se fosse un anfiteatro”.

“Tutti i partecipanti all’iniziativa” – continua il Presidente Ruggieri – “sono rimasti meravigliati dalla bellezza di un posto che è misconosciuto e tutti a chiedersi, infatti, come mai non si proceda all’opportuna valorizzazione dell’area per fare in modo che la stessa possa essere resa nota ai turisti”.

Interessanti, inoltre, i contenuti delle relazioni svolte in occasione del Convegno tenutosi all’Auditorium “San Vincenzo Ferreri” ad Ibla, il 30 Aprile scorso.

Uno fra tutti, l’intervento di Antonino Duchi di Legambiente, il quale si è soffermato sugli aspetti ecologici riguardanti la qualità delle acque degli ambienti acquatici a stretto contatto cone le comunità abitate.

“Pensiamo al corso dei mulini o ai numerosi pescatori di professione, numerosi fino agli anni Cinquanta – afferma Duchi – “I pescatori rappresentavano una sorta di sentinella nel territorio. A partire dagli anni Ottanta, si sono attivate tutta una serie di procedure di grande attenzione nei confronti della popolazione ittica delle trote; e ciò fino agli anni 2000.”

“Il progetto trota macro-stigma, ad esempio, ha contemplato nel tempo un gioco di sponda fra Provincia Regionale, ormai ex, e pescatori sportivi. Attivati gli incubatoi di valle, si riscontrarono alterne vicende, fino alla chiusura per alcuni anni, mentre ora gli stessi sono in gestione alla Federazione Pesca Sportiva. Si è fatta anche un regolamentazione della pesca sportiva nelle acque interne, esempio che tuttora nel resto della Sicilia non esiste”.

“Lo studio della fauna ittica” – continua Duchi – “va di pari passo con l’analisi ambientale, per questo assume ulteriori connotati di importanza. La biodiversità dell’ambiente acquatico va tutelata, tramite l’utilizzo come bio-indicatore della qualità ambientale. Dal progetto macro-stigma, inoltre, nasce l’idea di allargare lo studio a tutta la provincia attivando la carta ittica, strumento di pianificazione e gestione che purtroppo non sempre è stato applicato. Uno strumento che abbiamo predisposto per primi in Sicilia. Le caratteristiche riguardano la presenza di 84 siti di campionamento, con un sistema di rilevazione molto accurato, oltre a dati geografici, ittiologici, fisico-chimici. Una vera e propria massa di dati ottenuta in buona collaborazione con l’Arpa ed il laboratorio di sanità pubblica dell’Asp di Ragusa. É stato predisposto un elenco di specie interessante per quel che concerne la biodiversità, la qualità delle acque e i percorsi idrici modificati dall’intervento dell’uomo. Abbiamo, purtroppo, registrato la presenza di specie con un forte indice di riduzione come la Tinca o la Cagnetta. É presente anche un elenco degli invertebrati che vivono negli alvei dei torrenti. Sono questi ultimi altri importanti indicatori di inquinamento della risorsa idrica”.

 

 

 

 

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