COMUNE DI MODICA:OMESSO PAGAMENTO RATA ENEL DEL 30 NOVEMBRE 2016

           Gentile Sindaco,

il 10 dicembre del 2013 fu convocato un Consiglio comunale per l’approvazione di un accordo tra il Comune di Modica e l’Enel Energia S.p.A. Ne era oggetto, manco a dirlo, un debito comunale di 19.866.525,38 euro, una piccola parte del quale per consumi nel secondo semestre 2013. Erano, tuttavia, debiti del Comune e andavano prima programmati e poi pagati.

Quando finii di leggere, ritenni di non poco conto il suo atto di amministrazione.

Per miglior conoscenza debbo pure ricordare che il comune di Modica, sotto l’amministrazione Buscema, aveva chiesto un’anticipazione di cassa, ai sensi del D.L. n. 35 dell’8 aprile 2013. Obiettivo, tra l’altro, era pagare «espressamente la somma richiesta». Il 6 novembre dello stesso anno l’anticipazione è pervenuta, per cui lei ha potuto avviare e concludere l’accordo sottoposto al Consiglio.

Per chi ci ascolta o legge è onesto, altresì, spiegare che la questione è legata a un decreto ingiuntivo notificato al Comune il 28 marzo 2013. Si imponeva il pagamento immediato di un credito di 13.488.224,81 euro, perché certo, liquido ed esigibile.

Si va, per ciò, a trattativa sull’intero debito, e si ottiene il ritiro dell’ingiunzione e la riduzione della somma richiesta da 19.866.525,38 (questa è la cifra che si riporta nell’atto transattivo) a 16.514.498,63 euro, a condizione che si concordi e rispetti un piano di rientro.

 

Sul punto non posso mancare di osservare, solo per mia memoria, come l’ente pubblico, cioé l’ente che, secondo il sentire comune, spende senza senso né virtù, quando ritarda nei pagamenti non paga mora, non paga interessi, non paga multe e, in più, ottiene, stranezze del «vivere civile», anche abbuoni; il cittadino, invece, costretto a trasudare sangue per un euro, paga commissioni, interessi, ritardi e tant’altro che, senza posa, la politica non cessa di inventare. Due bei sistemi, non c’è che dire? Qualcuno potrebbe pensare che l’ente pubblico si identifichi negli stessi cittadini, ma resta il fatto che quando siamo cittadini siamo gravati da pesi enormi e quando siamo enti ci alleggeriamo di tutto. In ultima analisi non siamo sempre noi?

 

In sede di transazione sono state stabilite le modalità di pagamento che, tutto sommato, sono intabellate qui di seguito:

 

Rata

Scadenza

Capitale residuo

Importo rata

Interesse

Importo rata

Prima

10/12/2013

16.300.000,00

13.000.000,00

=

13.000.000,00

Seconda

31/01/14

3.300,.000,00

1.000.000,00

=

1.000.000,00

Terza

30/11/2014

2.300.000,00

575.000,00

53.624,66

628.624,66

Quarta

30/11/2015

1.725.000,00

575.000,00

53.624,66

628.624,66

Quinta

30/11/2016

1.150.000,00

575.000,00

53.624,66

628.624,66

Sesta

30/11/2017

575.000,00

575.000,00

53.624,66

628.624,66

Totali

 

=

16.300.000,00

214.498,63

16.514.498,63

Fonte: elaborazione su dati riportati nella delibera Cons. com. n. 89 del 10/12/2013

 

 

 Si vede chiaramente che il debito da pagare è stato ridotto a 16.300.000,00 euro; che la prima rata è di 13 milioni, la seconda di un milione e le ultime quattro di 575.000,00 euro ciascuna (quarta colonna). Per le prime due rate non si pagano interessi (perché già in pagamento alla Cassa Depositi e Prestiti), e per le ultime quattro si paga un tasso che si aggira intorno al 9 per cento. Complessivamente poco più di 212.000 euro.

Per concludere l’accordo, però, l’Enel ha voluto una clausoletta:

 

« (…) nel caso in cui l’Ente non paghi puntualmente ed integralmente anche una sola delle rate sarà facoltà del Fornitore dichiarare l’Ente decaduto dal beneficio del termine e/o dichiarare il presente accordo risolto ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1456 del Codice Civile fatto salvo il riconoscimento del debito di cui sopra e ripristinandosi in tal caso lo stato originario dei Crediti e la maturazione degli interessi di mora al tasso di cui al D. Lgs. 231/2002 o al diverso tasso previsto dalla legge per i crediti c.d. in regime di “salvaguardia”. Resta inteso che sino a quando il Fornitore non eserciti tale facoltà, sugli importi non pagati tempestivamente dall’Ente matureranno interessi di mora al tasso di cui al D. Lgs. 231/2002 o al diverso tasso previsto dalla legge per i crediti c.d. regime di “salvaguardia”» (Accordo transattivo allegato alla Delibera consiliare n. 89 del 10/12/2013, pag. 3, terzo cpv).

 

A questo punto può cominciare ad intuire le ragioni dell’odierna interrogazione. La rata di 628.624,66 euro, scaduta il 30 novembre 2016, non è stata pagata. Considerato che questo solo scherzetto potrebbe costarci tre milioni e mezzo, pari all’abbuono conseguito, le chiedo:

 

– perché non ha provveduto a pagarla, piuttosto che preferire qualunque altra spesa?

– quando ritiene di poterla pagare?

– ha avvertito l’Enel del suo interesse alla puntualità?

 

Data la delicatezza e urgenza del tema, chiedo di discutere l’interrogazione al primo Consiglio utile.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it