Secondo quanto accertato finora, i ladri agivano con un sistema collaudato: una staffetta in auto a noleggio effettuava sopralluoghi preventivi per assicurarsi l’assenza delle forze dell’ordine. Subito dopo, un furgone con targhe rubate entrava in azione per caricare i mezzi sottratti. La refurtiva veniva poi trasportata a Catania, dove i malviventi facevano perdere le proprie tracce.

La notte dei furti, i cinque indagati sono stati geolocalizzati proprio a Ragusa, nelle stesse fasce orarie degli episodi contestati. Le prove raccolte hanno convinto il giudice a emettere i provvedimenti restrittivi.

Il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, per tutti gli indagati vale il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva. Ma il cerchio intorno alla banda pare essersi stretto.

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