Cna e Slow Food: insieme per la promozione di una “comunità del cibo” sul territorio. E si studiano le origini della granita

Siglato un protocollo d’intesa tra la Cna territoriale di Ragusa e Slow Food Ragusa. Le due associazioni condivideranno un percorso comune per la promozione delle comunità come modello partecipativo e sostenibile finalizzato allo sviluppo delle realtà locali.

“Le due associazioni – spiega il presidente della CNA territoriale di Ragusa, Santocono – si sono impegnate a collaborare mettendo a disposizione le rispettive competenze ed esperienze, portando avanti azioni congiunte volte a promuovere la valorizzazione delle produzioni e delle tradizioni locali, favorendo la partecipazione dei cittadini alla definizione e implementazione di percorsi di crescita e sviluppo della propria comunità secondo i principi di sostenibilità, salvaguardia del paesaggio e dei territori. Obiettivo condiviso fondamentale la costituzione di una comunità del cibo su base provinciale riguardante la granita siciliana che contempli il coinvolgimento delle aziende della trasformazione agroalimentare attraverso la ricerca di materie prime di altissima qualità. Sarà redatto un disciplinare di produzione con la guida di Slow food e della Cna al fine di poter ottenere il marchio della comunità del cibo Slow food”.

“Slow Food – ha spiegato la professoressa Carmela Lauria, fiduciaria di Slow Food – ha utilizzato le parole chiave: buono, pulito e giusto. Tre concetti che rimandano al piacere del buon cibo ma anche alle sue modalità di produzione che devono avvenire senza stressare la terra nel rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente e nel rispetto, negli ambiti di produzione e commercializzazione, dei principi di giustizia sociale. Le aziende associate alla Cna hanno chiesto di studiare, valorizzare e promuovere la granita siciliana e le sue fasi di lavorazione, uno straordinario prodotto simbolo della Sicilia”.

Le origini della granita vengono solitamente fatte risalire alla dominazione araba in Sicilia. Gli arabi portarono con loro la ricetta dello sherbet, bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta o acqua di rose. In tutta la Sicilia si usava la neve che d’inverno veniva raccolta sull’Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi e stivata durante l’anno nelle neviere, apposite costruzioni in pietra erette sopra grotte naturali o artificiali. In estate veniva prelevato il ghiaccio formatosi per essere poi grattato e ricoperto di sciroppi di frutta o di fiori.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it