CHIUSURE DOMENICALI E FESTIVE SIANO I COMMERCIANTI NON LA POLITICA A DECIDERE

Il momento oltremodo critico a cui è giunto il dibattito sulle aperture domenicali, che rischia, se non gestito con senso di responsabilità ed equilibrio, di infliggere un colpo gravissimo al sistema del commercio provinciale, richiede che siano innanzitutto gli attori di questo sistema a riprendere in mano il compito di riflettere e decidere.

L’intervento della politica ben oltre quelli che sono i suoi compiti a livello istituzionale – mi riferisco, per esempio, alla proposta del Pd ragusano – hanno generato una straordinaria confusione, contribuendo ad esasperare le divergenze e le contraddizioni, piuttosto che a risolvere i problemi.

Liberalizzare le aperture domenicali – lo abbiamo detto più volte – vuol dire decidere di ignorare che il vero tessuto commerciale, e il valore aggiunto dell’intera economia provinciale, è quello che sopravvive al di fuori della grande distribuzione e che resterebbe definitivamente schiacciato sotto il peso di questa decisione.

Il dato di fatto è che ci sono in campo due interessi contrastanti: quelli della grande distribuzione da un lato, e quelli delle piccole realtà commerciali dall’altro. E rispetto all’esigenza di ricercare di un compromesso, da un lato non è giusto che la politica faccia fughe in avanti, senza averci nemmeno interpellati, dall’altro non è giusto che le associazioni di categoria si siano dimostrate sostanzialmente assenti.

Noi diciamo che invece la strategia per il 2012 rispetto al numero delle aperture domenicali di cui questa Provincia ha bisogno, deve venire fuori dal confronto tra tutti i portatori di interesse, partendo da un ragionevole criterio di sostenibilità.

Proprio per questo ci pare assurdo che il Presidente dell’Ascom di Ragusa Cesare Sorbo abbia convocato un’assemblea per i soli commercianti del capoluogo: questo è un dibattito che va sviluppato a livello provinciale e che nessun Comune può pensare di limitare al proprio interno, atteso che se la sola Ragusa, o la sola Modica, o la sola Vittoria decidessero per la liberalizzazioni, gli altri non potrebbero che subire questa scelta senza aver avuto il diritto di contribuire a determinarla. 

Ora, dal momento che sono presenti anche nuovi soggetti, ovvero i Centri Commerciali Naturali accreditati dall’Assessorato Regionale alle Attività Produttive in molti comuni della Provincia, e principalmente proprio nelle Città d’Arte, dove ci pare che arrivino a rappresentare la maggioranza dei commercianti, la nostra proposta è quella di convocare un tavolo al quale siano presenti sia tutti i Presidenti delle Ascom e delle altre associazioni datoriali sia tutti i Presidenti dei Centri Commerciali Naturali di tutti i Comuni della Provincia di Ragusa. In questo modo otterremo due obiettivi: ci confronteremo realmente sui parametri di sostenibilità delle aperture domenicali per il sistema commerciale provinciale, e il sistema stesso si riprenderà la titolarità della programmazione del proprio sviluppo e del proprio futuro.

Girolamo Carpentieri

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Ma non c’è una legge nazionale che deve essere solo recepita dalla Regione e che sancisce la liberalizzazione totale nelle città d’arte e turistiche? Ed allora è già deciso, che facciamo attorno al tavolo?

f.p.

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