Francia, Gran Bretagna e Spagna alzano il livello di attenzione sanitaria per la diffusione di una pericolosa ondata di influenza stagionale particolarmente aggressiva, ribattezzata dagli esperti “super influenza”. Si tratta del virus H3N2, uno dei principali ceppi influenzali, che quest’anno si presenta con un sottotipo mutato, noto come “K”, capace di diffondersi più rapidamente e […]
CHIODI DI GAROFANO, ZENZERO E CANNELLA: TRE SPEZIE “MAGICHE”.
15 Gen 2015 18:06
Di spezie, si sa, ne esistono moltissime, e ciascuna presenta delle caratteristiche uniche che ne giustificano un uso il più frequente e variato possibile in cucina. Alcune, però, sono realmente più “dotate” di altre, grazie alla presenza di componenti e biomolecole preziose per la salute umana. Vediamone tre più in dettaglio.
La cannella esiste in due varietà botaniche: la Cinnamomum zeylanicun e la Cinnamomum cassia. La prima è chiamata “Cannella regina”, è originaria dello Sri Lanka ed è la più pregiata, oltre che l’unica a possedere proprietà curative; la seconda è detta invece “Cannella della Cina”, essendo la Cina il suo paese d’origine, ed è la meno pregiata. Al contrario di altre spezie che vengono ricavate da foglie e fiori delle piante, la cannella si ricava direttamente dai piccoli fusti dell’albero: si utilizza esclusivamente la parte interna della corteccia; la qualità della cannella dipende dall’età dei rami da cui si ricava: a un’età più giovane corrisponde una migliore qualità.
La cannella è composta per il 10% da acqua, il 55% da zuccheri solubili, il 24% da fibre e il 4% da proteine; tra i minerali, contiene soprattutto calcio (ben 1228 mg/100g), magnesio, ferro, potassio e fosforo; per quanto riguarda le vitamine, la più abbondante è la C, seguita da vitamina A (soprattutto in forma di b-carotene) e da alcune vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B6). Questi invece sono gli aminoacidi maggiormente presenti: acido aspartico, alanina, arginina, acido glutammico, leucina, lisina, valina, treonina, glicina e triptofano.
La cannella ha ottime proprietà digestive, in quanto è in grado di favorire la scissione dei grassi attraverso la stimolazione della secrezione di tripsina. Essa è anche un antisettico naturale, in grado di combattere e eliminare funghi, virus e batteri patogeni; per questo motivo, dagli ultimi anni si trovano in commercio dentifrici, colluttori e prodotti a base di questa preziosa spezia.
Uno studio recente, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of American College of Nutrition, ha dimostrato come la cannella aiuti a regolare la percentuale di zuccheri nel sangue, venendo così in aiuto a diabetici e iperglicemici. Non solo, questa spezia, oltre a favorire il processo digestivo, rappresenta un ottimo strumento di prevenzione dei confronti della fermentazione addominale.
Uno studio condotto in Germania ha invece dimostrato come la cannella sia in possesso di proprietà aggressive nei confronti del fungo Candida albicans e del batterio Escherichia coli, responsabili entrambi di infezioni alle vie urinarie. Da un altro studio sulle proprietà ipoglicemizzanti di questa spezia, è emerso che essa contribuirebbe a placare lo stimolo della fame tra un pasto e il seguente, sintomo tipicamente riscontrabile nei pazienti interessati da fluttuazioni della glicemia.
Ancora, alcuni ricercatori in Maryland (USA) sostengono che consumare dolci aromatizzati alla cannella possa aiutare a ridurre la glicemia nei diabetici di tipo 2: la scoperta è stata del tutto casuale, durante uno studio sulla correlazione tra il consumo di dolci, tra cui una torta di mele alla cannella, e l’aumento delle glicemia nelle persone diabetiche: i soggetti che avevano assunto da 3 a 6 grammi di cannella al giorno, dopo 40 giorni hanno mostrato un’interessante diminuzione dei valori di glicemia, trigliceridi, colesterolo totale e LDL; i ricercatori hanno in seguito confermato l’ipotesi dell’effetto ipoglicemizzante della cannella (e di conseguenza dei disturbi cardiovascolari) in soggetti diabetici di tipo 2.
Questa importante proprietà sembra essere legata alla presenza di un polifenolo chiamato MHCP che, simulando l’azione dell’insulina, ne attiverebbe i recettori. Un’altra possibile spiegazione del meccanismo ipoglicemizzante è attribuito a un meccanismo protettivo sulla beta-cellula pancreatica nei confronti del danno ossidativo, e anche a un’azione insulino-sensibilizzante sistemica mediata dal legame a recettori della classe PPAR.
Un altro studio recente ha testato una dose pari a 1g/die di cannella, per un intervallo di tempo di 3 mesi, valutando l’emoglobina glicata (Hb1Ac), parametro stabile e più attendibile della glicemia a digiuno. I pazienti dello studio erano tutti in terapia con ipoglicemizzanti orali. L’assunzione della cannella nelle dosi indicate ha mostrato un vantaggio netto rispetto alla sola somministrazione del farmaco e in assenza di effetti collaterali.
Sembra che la posologia per garantire all’organismo le proprietà ipoglicemizzanti e ipolipemizzanti di questa spezia sia pari a 1-3 grammi al giorno. La modalità di assunzione può essere sia sottoforma di infuso acquoso, sia spolverizzata su alimenti e bevande (mela, cappuccino, torta…), o anche utilizzata per la preparazione di un gelo o crema, previa bollitura e infusione delle stecche per almeno 12 ore. Unica controindicazione: alcuni esperti mettono in guardia dall’uso della cannella a causa del suo contenuto di cumarina, un fluidificante del sangue che potrebbe interferire con i farmaci anticoagulanti.
Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta erbacea di origine orientale. In cucina e per i rimedi naturali si utilizza il rizoma di zenzero, fresco o essiccato e ridotto in polvere. Lo zenzero è sempre più al centro dell’attenzione per via delle sue numerose proprietà curative. Esso, infatti, può essere usato in diverse circostanze: aiuta a calmare lo stomaco, a rilassare i muscoli gastrointestinali e a prevenire la formazione di gas e gonfiori, grazie alla presenza di gingerolo, già noto per le sue proprietà carminative. Inoltre, viene raccomandato in caso di diarrea batterica, per la prevenzione e il trattamento del raffreddore, e come antiemetico per alleviare la nausea. Esso è anche un blando antibatterico, e a livello gastrico agisce regolarizzando l’acidità e contrastando la presenza di Helicobacter. Il gingerolo, insieme allo zingiberene, promuove lo sviluppo della microflora intestinale, e questo ne giustifica l’uso in caso di diarrea o stipsi.
Dal punto di vista nutrizionale, lo zenzero è povero di calorie, ma ricchissimo di antiossidanti, minerali e vitamine (soprattutto A, E e C). Consumarne anche piccole dosi ha un effetto tonico, depurativo e energizzante per l’organismo. Lo si può consumare fresco, masticando pezzetti di radice, o anche preparando tisane e decotti.
Il chiodo di garofano, infine, è una spezia di provenienza asiatica molto usata in cucina. Il nome è dato dal fatto che questa spezia ricorda il garofano, ma in realtà si tratta del bocciolo essiccato della pianta di Eugenia caryophyllata, un albero molto diffuso in oriente.
I chiodi di garofano contengono flavonoidi, tannini, triterpeni e composti volatili tra cui l’eugenolo, componente base dell’olio essenziale e responsabile sia del particolare aroma sia del potere analgesico di questa spezia.
I chiodi di garofano sono caratterizzati dall’avere un potere antiossidante (ORAC) tra i più elevati in assoluto, circa 80 volte maggiore di quello di una mela. Essi hanno, inoltre, notevoli proprietà antinfiammatorie, grazie al contenuto in flavonoidi, nonché anestetiche e digestive (migliorano la capacità del cibo di attraversare l’intestino senza creare accumuli di tossine).
I chiodi di garofano godono, infine, di un’interessante proprietà: aiutano a conservare più a lungo i cibi. Ciò avviene grazie alla capacità di ostacolare il processo di ossidazione dei grassi, facendo in modo che i cibi possano conservare più a lungo la loro freschezza e le loro caratteristiche nutrizionali.
© Riproduzione riservata