CHI HA PAURA DEL CENTROSINISTRA?

Le amministrative sono oramai acqua passata, l’immagine che traggo dal sito de La Repubblica e che raffronta i risultati odierni con quelli di 5 anni fa  meglio di qualsiasi discorso mostra due dei dati più evidenti di queste elezioni: chi ha vinto e quale tendenza si sta affermando nel Paese.

1)      Ha vinto, e incontestabilmente, il Centrosinistra! I sindaci espressione dei partiti che costituiscono il nucleo del Centrosinistra (PD,IDV,SEL) sono 100 su un totale di 168 (il 60%) frutto ovviamente di un “sistema a doppio turno” che nella seconda tornata riassorbe e semplifica la complessità del primo turno. Il raffronto con le amministrative precedenti è impietoso il Centrosinistra guidava 56 amministrazioni (il 33%). Il dato è sicuramente frutto della crisi profonda del centrodestra che da 98 (il 58%) amministrazioni viene ridimensionato significativamente conquistando 33 (il 20%) municipi. E’ ovvio che le percentuali delle amministrazioni conquistate non sono rappresentative del consenso conquistato, perché come già accennato il risultato è enfatizzato dal sistema elettorale a doppio turno. Un ulteriore dato confermato anche in questo turno è quello che il “centro” non riesce a sfruttare il crollo del centrodestra e da 8 amministrazioni di cinque anni fa (il 5%) passa a 12 amministrazioni (il 7%).

E’ vero che la vittoria dei 4 sindaci del “Movimento 5 Stelle” costituisce una sorpresa, e devo dire per molti aspetti una sorpresa che porta una ventata di novità e di freschezza, ma mi sembra eccessivo che questo elemento di sorprendente novità abbia sostanzialmente oscurato il dato macroscopico e principale del risultato netto del Centrosinistra.  Sono perfettamente consapevole del fatto che il clamoroso dato dell’assenteismo e il vento della protesta nei confronti dei partiti “tradizionali” costituiscono un ineliminabile elemento di necessaria riflessione del PD che per dimensioni e ruolo aspira alla leadership del Paese, ma mi viene il dubbio che questo risultato elettorale cominci a preoccupare alcuni “poteri” del Paese che così come a Parma hanno preferito sponsorizzare una forza nuova, abbastanza variegata e sostanzialmente non strutturata (probabilmente con la segreta aspirazione ad intrufolarsi nella caotica dimensione dello “stato nascente”), piuttosto che vedere insediarsi una maggioranza chiaramente avversa (è stato dichiarato dai dirigenti del PDL l’appoggio al sindaco del M5S).

E’ troppo facile e francamente un pò mistificatorio parlare di campagna elettorale “povera” quando il battage dei telegiornali e della stampa nazionale “gratis” ti fornisce un colossale e martellante spot pubblicitario “univoco” che neanche Berlusconi ha mai avuto!

Queste considerazioni, lo ribadiscono, non tolgono nulla alla freschezza e alla carica di sincera idealità che percepisco pervadere quel Movimento e che rendi i loro attivisti “naturalmente simpatici”.

2)      Il secondo elemento che risalta clamorosamente agli occhi nel raffronto con le precedenti amministrative di 5 anni fa: il rischio di “grecizzazione” del sistema italiano! Risulta evidente la semplificazione del 2007 rispetto alla “frantumazione” del 2012. 

Se questo è indicativo di una tendenza non c’è dubbio che qualche ansia la desti. Soprattutto in considerazione del fatto che non è ancora chiara la prospettiva relativa alla riforma elettorale che tutti dicono di volere, ma nessuno si decide a fare. E siccome l’aumento di frantumazione del sistema in presenza di una legge elettorale ad impianto “proporzionale” ci esporrebbe gravemente al “rischio Grecia”, arrivati a questo punto per il bene del Paese o questo Parlamento riesce a modificare la legge elettorale in modo da evitare la polverizzazione del futuro Parlamento che renderebbe difficile se non impossibile il formarsi di una maggioranza, o a rischio di apparire incoerente rispetto a quello che da 9 anni vado affermando, preferisco che rimanga questa legge che almeno dota comunque il Paese di una maggioranza in grado di governare grazie al “generoso” premio di maggioranza che assegna ha la maggioranza relativa, sperando che il partiti più sensibili alle richieste degli elettori si organizzino per selezionare al loro interno in modo democratico e partecipato i candidati da “nominare” in Parlamento in virtù del porcellum.

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