Che stupore: riaprono i bassi della chiesa di San Matteo a Scicli. Tra storia e curiosità

Fino ad oggi si sono conoscevano solo gli esterni dei grandi finestroni sottostanti la chiesa di San Matteo sul colle omonimo. Da oggi e per tutti gli altri tre fine settimana di questo mese di ottobre il duomo per eccellenza della Scicli antica, quella abbarbicata sul colle prima che l’urbanizzazione scendesse a valle, sono visitabili perchè aperti al pubblico. 

Non sono bassi normali. Erano gli ossari che venivano utilizzati per il seppellimento delle salme prima dell’editto di Saint Cloud del 1804.

Prima della costruzione dei cimiteri, in questo caso quello di Scicli, a metà dell’Ottocento, i morti venivano seppelliti nelle chiese. Per motivi igienico-sanitari poi si passò al seppellimento fuori paese. I lavori di restauro della chiesa di San Matteo quasi due decenni fa portarono all’apertura delle “fosse” esistenti sotto il terrazzo laterale del grande tempio. In quei grandi stanzoni vennero trovati quantità di resti umani completamente mineralizzate che il Comune di Scicli provvide, con proprio personale e con gli operai della ditta incaricata del restauro dell’antica matrice, a trasferire nel cimitero cittadino di contrada Mendolilli, appena alla periferia della città dando degna sepoltura all’interno dell’ossario comunale. Fu un lavoro immane, eseguito nella piena consapevolezza che quel trasferimento di resti mortali era non solo un dovere ma anche e soprattutto un atto di rispetto per tante persone. 

I lavori di restauro si sono conclusi nel 2014.

Lavori che hanno permesso di venire in possesso di questi “bassi” che ora, resi liberi, sono stati aperti al pubblico per visitarli. Una grande chicca storico, culturale e cristiana accessibile nei fine settimana al pubblico, nei quattro week-end di ottobre. E chissà che l’iniziativa, data l’importanza, non possa continuare anche nel futuro.   

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