Cgil, Cisl e Uil: il 2018 un anno nero da dimenticare

Per Cgil, Cis e Uil della provincia di Ragusa il 2018 è stato un anno nero, un anno terribile, da dimenticare. In conferenza stampa ieri mattina hanno illustrato il proprio punto di vista rilevando come le principali opere infrastrutturali siano ferme al palo, con settori trainanti della economia iblea, quali agricoltura e turismo, privi di un reale progetto di sviluppo e con l’industria che rischia di restringere sempre di più il suo spazio.

E questo accade mentre, accusano i sindacati, Stato e Regione, stanno a guardare. È dunque un bilancio consuntivo pesante per il territorio ibleo quello tracciato dai segretari generali di Cgil (Ragusa), Cisl (Ragusa-Siracusa) e Uil (Ragusa-Siracusa-Gela), Giuseppe Scifo, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò.

“Veniamo da un anno abbastanza critico in provincia di Ragusa – ha detto Scifo nelle dichiarazioni riportare da Lucia Fava sul quotidiano La Sicilia –, che ha lasciato aperte molte problematiche nel territorio sotto il profilo delle infrastrutture, dell’apparato produttivo e dell’occupazione. C’è stato un restringimento del perimetro dell’attività industriale, c’è sempre il tasto dolente delle infrastrutture, di quelle bloccate (una su tutte il tratto Rosolini-Modica dell’autostrada Siracusa-Gela) ma anche di quelle operative, come l’autoporto di Vittoria, sul quale non esiste una concreta prospettiva d’utilizzo. Così come resta un’incompiuta la stazione passeggeri del porto di Pozzallo. Poi c’è il punto interrogativo sull’aeroporto, fortemente in crisi”.

Il segretario della Cgil ha salutato con favore la nascita di Areiblei spa, società che punta a rilanciare lo scalo di Comiso, pur avvertendo che, a prescindere dalla gestione, ciò che conta è che Comiso si metta in rete con Catania.  “Ci auguravamo che il 2018 fosse l’anno della svolta – ha aggiunto Sanzaro –, purtroppo così non è stato. Assistiamo oggi ad un calo complessivo dell’occupazione, un pensionato su tre è più povero e contribuisce ad arricchire la fascia delle nuove povertà, un giovane su tre abbandona il nostro territorio e va via. Sulle principali infrastrutture, penso alla Ragusa-Catania o alla Rosolini-Modica, registriamo ancora una volta un blocco o ulteriori, infinite, discussioni”.

E anche per Munafò “dal governo nazionale e da quello regionale abbiamo ricevuto solo enunciazioni roboanti, ma zero fatti. La Ragusa-Catania resta la strada pericolosa di sempre, sul tema ferrovia registriamo ritardi e non un chilometro di autostrada è presente ancora oggi in provincia di Ragusa. L’industria del turismo, che è quella su cui dovrebbe puntare il territorio ibleo, non è in grado di creare stabilità ma solo lavoro precario”.

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