CERIMONIA AL COMUNE DI RAGUSA PER LE VITTIME DELLE FOIBE

Un eccidio cruento e passato sotto silenzio per anni che racconta la storia di centinaia di italiani del Friuli- Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che durante la seconda guerra mondiale vennero gettati nelle Foibe. Oggi, 10 febbraio, il comune di Ragusa ricorda queste vittime all’interno di un’aula consiliare stracolma, dove il pubblico è costituito, oltre che da rappresentanti delle istituzioni, da alunni provenienti da alcune scuole di Ragusa, che ascoltano in silenzio una pagina di storia, ancora oggi  emotivamente forte da recepire.

A fare gli onori di casa, l’assessore alla cultura Francesco Barone- E’ doveroso – afferma- oggi ricordare questi martiri da parte dell’amministrazione comunale.Presente anche Riccardo Terranova, neo assessore provinciale alla pubblica istruzione- E’ fondamentale che quanto accaduto- sostiene- non si verifichi più e che questo messaggio sia veicolato quanto più possibile alle nuove generazioni. Un popolo senza memoria è come un uomo senza identità-.

E poi è la volta di chi il dramma delle Foibe, l’ha vissuto più direttamente.Enrico De Cristofaro, presidente dell’Unione istriani, si rivolge ai giovani, facendo un resoconto storico pregnante di ciò che successe veramente in quell’angolo dell’Italia nord- orientale.

– L’esodo è una conseguenza immediata delle Foibe- afferma De Cristofaro- tutto comincia l’8 settembre 1943, data in cui avvenne la disgregazione dell’esercito italiano. Ciò comportò che i partigiani presero possesso del territorio. Vennero uccisi e gettati nelle foibe in quel periodo circa sei- settecento italiani. Gli altri rastrellamenti iniziarono con gli slavi; il disegno di Tito era quello di annettere la Venezia Giulia all’ex- Iugoslovia-.

L’assemblea si è poi spostata davanti al municipio, dove è stata posta una corona di fiori, proprio sotto la lapide dedicate alle vittime delle Foibe.

 

 

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