CAPIRE E APPROFONDIRE

30 Lug 2013 07:42

Una cosa non possiamo permetterci oggi se vogliamo superare la cultura del gossip e del pressapochismo che rischia di degenerare in demagogia: parlare di temi importanti che riguardano storie e volti di persone, come l’immigrazione, riducendoli a scoop mediatico.

È l’altra faccia della globalizzazione dell’indifferenza di cui ha parlato papa Francesco nel suo epocale viaggio a Lampedusa.

Allora, rispetto alle notizie uscite lunedì u.s. sulla protesta di alcune donne somale presso il Centro Babel di Modica, come cooperative che gestiamo il suddetto Centro ci pare prima di tutto doveroso dare qualche informazione più dettagliata, per rispetto innanzitutto a vite più complicate delle nostre…

Il Progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) denominato Centro Babel è un progetto del Comune di Modica per richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria, finanziato dal Fondo per le politiche e i servizi dell’asilo del Ministero dell’Interno. La gestione del progetto è stata affidata dal Comune di Modica alla Coop. Il Dono di Ragusa che ha chiesto alla Coop. Don Puglisi di Modica di svolgere, presso la struttura sita in Via della Costituzione a Modica, servizi socio-assistenziali e di educazione professionale.

Gli enti attuatori di questi progetti esistenti in tutta Italia sono infatti i Comuni che danno poi in affidamento i servizi a Cooperative. La costituzione del nostro Stato italiano prevede proprio il diritto alla richiesta di asilo per chi fugge da situazioni di guerra o di persecuzione per le proprie idee o la propria etnia, e questi progetti contribuiscono a garantire questo diritto!

Il Centro Babel esiste a Modica dal 1° marzo 2007 e ha accolto in questi anni decine di donne e bambini provenienti soprattutto dall’Africa centrale ma anche dall’Asia, in un faticoso cammino di riappropriazione della personalità e del proprio ruolo sociale e lavorativo nel mondo.

Continuiamo ad accogliere storie di grande dolore e sofferenza ma anche di significativo riscatto, mai nessuno abbiamo lasciato privo di cibo o di acqua e mai nessuno è stato messo alla porta senza aver tentato tutte le possibili vie di promozione umana e relazionale. Sempre tutti abbiamo accompagnato.

Pertanto chiediamo solo il rispetto in questo momento per la situazione delle donne somale di cui ha parlato la stampa in questi giorni, accettando da parte di tutti che le vite di tante persone non possono essere ridotte ad episodi clamorosi e che tante difficoltà non possono essere trattate superficialmente perché ogni storia sempre e comunque “merita un romanzo” non uno scoop!