Cambia il City e diventa Bam, break nell’abitato moderno. Ecco come sarà. FOTO INTERNE

Il City, nato all’interno del parco Giovanni Paolo II di Ragusa, diventa Bam, che sta per “break nell’abitato moderno”. A darne notizia il Comune di Ragusa e la società che gestirà la struttura e che finalmente apre dopo un bando che aveva previsto determinate scadenze su cui si sono poi manifestate delle critiche di natura politica. Sarà uno spazio multifunzionale con l’obiettivo di rivitalizzare il centro urbano al fine di creare un luogo ibrido di aggregazione, condivisione e contaminazione. Sarà aperto da venerdì 5 gennaio dalle 10,30 alle 23 anche se l’inaugurazione è prevista per il giorno prima.

Ci sarà una zona dedicata alla ristorazione, con bistrot e lounge bar, un’area dedicata al coworking e agli eventi mentre all’esterno sarà possibile usufruire di spazi dedicati al relax e alle attività sportive. Nello specifico al primo piano della struttura, l’area ristoro, orientata a valorizzare i concetti di nutrizione e benessere, con bistrot, lounge bar e angolo dedicato alla vendita di prodotti enogastronomici locali. Al piano terra, invece, la zona tonica, area destinata a spazio coworking con sala eventi per ospitare convegni, workshop e seminari. 

“Non è solo riaprire il City, rifunzionalizzare – che non è cosa da poco – un luogo dal grande potenziale. Con BAM – spiega la vicesindaco con delega allo Sviluppo, Giovanna Licitra – prende avvio nella nostra città un’attività nuova, giovane, poliedrica, che va ad ampliare l’offerta del centro storico insistendo in particolar modo su un’area che merita un rilancio. Come suggerisce il termine stesso, “ravvivare” una zona vuol dire renderla viva e quindi innanzitutto fruita: un obiettivo che BAM potrà e saprà conseguire nei diversi momenti della giornata e della settimana, inserendosi al meglio in una visione strategica che abbraccia tutta questa fetta di città, estendendosi in più direzioni”.

“La nascita degli Orti urbani nella sottostante Vallata Santa Domenica – prosegue il sindaco Peppe Cassì, esponendo la visione strategica complessiva – la prosecuzione dei percorsi Carat per valorizzare un tratto ancora più ampio della Vallata, la riqualificazione del parco Giovanni Paolo II, l’intervento al nuovo collettore che permetterà di contrastare il rischio idrogeologico da via Palermo fino alla Vallata stessa e la prossima realizzazione degli ascensori del Carmine sono tutti elementi di un quadro ampio, chiaro e ormai tangibile. Vediamo in questa zona non solo un punto di grande fascino e potenzialità, ma vi ritroviamo anche la sua funzione di straordinaria via di collegamento tra Ragusa superiore e Ibla.

Il fatto poi che si ponga in linea con lo Scalo merci, con la nuova Piazza Stazione, con gli attrattori che sono nati e stanno nascendo in zona Ecce Homo (Teatro, Centro Commerciale Culturale, ex Biblioteca), con la riqualificazione in corso di Piazzetta Mons. Tidona, fa sì che, a cavallo della via Roma, di viale Tenente Lena e di Piazza Libertà si vada a sviluppare un autentico asse con nuovi e funzionali poli di interesse”.

“Riqualificazione ambientale e sociale, innovazione e sviluppo sostenibile sono le parole chiave di BAM, luogo di ispirazione e contaminazione, che intende contribuire attivamente a rivitalizzare il centro urbano e creare nuovi percorsi di innovazione sociale, coinvolgendo direttamente non solo le istituzioni comunali, già entusiaste del progetto, ma anche gli operatori del Terzo settore, le startup e coloro i quali vorranno essere parte attiva del progetto – racconta Doride Stefanini, socio fondatore di BAM – L’opportunità di gestire questo spazio pubblico rappresenta la nostra dichiarazione d’amore alla città di Ragusa, il luogo in cui siamo cresciuti; nonostante questo, abbiamo ricevuto alcune critiche. BAM sarà il contenitore di nuove iniziative volte alla creazione di valore, sottraendolo allo stato di abbandono e degrado in cui si trovava. Può sembrare ambizioso parlare di rigenerazione urbana, un processo che necessita di una visione ampia rispetto alle esigenze del territorio, che da zone in disuso si candidano a diventare luoghi di incontro e di cultura dove apprendere, scambiare e generare idee è solo il primo passo”.

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